Il rischio concreto, adesso, è di avere finalmente i denti ma non il pane, ovvero di averne pochissimo da masticare. Tra un paio di settimane, gli Uffici speciali andranno a regime, stessa cosa per Regione e Provincia. Arriveranno infatti i 300 del concorsone, i 50 del concorsino, i 23 esperti di fiducia del supermanager arruolati per  addestrare i nuovi assunti, e arriveranno anche i 6 consulenti presi per un anno non si capisce bene per cosa. Insomma tanta bella gente giovane e felice per l’assunzione a tempo indeterminato, con la prospettiva di un futuro migliore e la fine di rapporti precari con poche certezze.

Ma una volta passata l’ubriacatura, si rischia di restare con un gran mal di testa. E il primo a rendersene conto è stato il sindaco. I fondi stanno per finire- ha strillato- ed è molto probabile che le pratiche della ricostruzione si ammucchino su altri tavoli: evase, istruite, insomma pronte, ma ancora ferme, inutilizzabili per mancanza di soldi veri. E allora? Se i fondi non arrivano, ha tuonato ancora Cialente (e servono 5 miliardi, uno l’anno, fino al 2018), “dovranno fare i conti con me perché sarò il primo a salire sulle barricate”, mentre “dovremo essere pronti a cacciare tutti i rappresentanti dello Stato” (e qui non abbiamo capito bene se si riferisca a tutte le autorità costituite o a qualcuna in particolare).  Ma a parte la sortita estemporanea e sopra le righe (non è la prima e non sarà neanche l’ultima), una cosa ci chiediamo: che fine ha fatto la ‘primavera di Barca’,  amico e sodale politico del sindaco che inizia le lettere che gli invia con ‘caro Massimo’? Che fine hanno fatto le ‘figurine’ appiccicate dal ‘ministro dell’Aquila’ sui palazzi  del centro storico perché i cittadini possano controllare ‘de visu’ l’andamento della ricostruzione? ( A  proposito mani ignote ne hanno già staccate molte). O quello tra il ministro di Monti e il sindaco dell’Aquila è un amore già finito?

A parte la facile ironia,  a parte l’abitudine di Cialente nel volersi creare sempre un ‘nemico’ (ieri la colpa era di Chiodi, stavolta viene rispolverato Berlusconi che si sarebbe opposto alla ‘tassa di scopo’), a parte le battute  che pure ci stanno vista la situazione ‘kafkiana’ che stiamo vivendo noi aquilani, al sindaco vorremmo dare un consiglio sommesso: invece di fare ai giornali dichiarazioni improbabili, si rimbocchi le maniche, trovi le soluzioni. Difficile in un momento come questo senza soldi e senza governo? Ce ne rendiamo conto. Ma chiediamo: chi hanno eletto sindaco, e con un bel po’ di voti, gli aquilani? E chi deve cercare di risolvere i loro problemi? Cialente conosce bene la risposta.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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