L’AQUILA-“La denuncia sui debiti accumulati dai soggetti gestori del Servizio Idrico integrato fatta dal Commissario straordinario per la riforma del Servizio Idrico Integrato Pierluigi Caputi non deve cadere nel vuoto. Le responsabilita’ sono individuate con precisione. Dalla Regione, a partire dal suo Presidente, ci aspettiamo il massimo impegno, ma cio’ non e’ sufficiente, perche’ cruciale e’ il ruolo dei Comuni. Tante voci abbiamo sentito in questi giorni meno che quelle dei Comuni interessati”. Lo afferma Roberto Campo, segretario generale della Uil Abruzzo che aggiunge: “Acqua pubblica si’, ma anche liberata dai costi della politica clientelare”. “La campagna sull’acqua pubblica del 2011 – rileva Campo – ha finito col mettere l’accento esclusivamente sulla dicotomia pubblico-privato mentre e’ rimasta nell’ombra la realta’ della rete, clientelare prima che idrica, che in tanta parte del territorio nazionale e regionale ha trasformato l’acqua pubblica in partito dell’acqua: altro che la sorella acqua vagheggiata ai tempi del referendum! Onorare la volonta’ dei cittadini espressasi con il referendum significa anzitutto rimuovere gli ostacoli che impediscono una gestione industriale del servizio idrico. Superare clientelismo, irresponsabilita’ e frammentazione”. Afferma il sindacalista. “Piu’ la parola governance diventa di moda, meno governance si vede. Se ogni soggetto, a cominciare dai Comuni, si tiene strette le proprie prerogative e titolarita’, non si esce da una situazione che si dovrebbe convenire essere insostenibile. E’ necessario – commenta infine il segretario della Uil – che i Comuni si aprano a logiche sovra-comunali per servizi quali gli acquisti, la gestione del personale, i bilanci, che vanno sottratti alla pressione clientelare della politica. Sarebbe bene che i Comuni accettassero forme di designazione congiunta con la Regione dei soggetti gestori”.
La uil avverte: “non cada nel vuoto la denuncia sui debiti per l’acqua”
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