L’AQUILA-Coinvolgono 5.000 sfollati ancora senza casa le pratiche da integrare eltro il 19 aprile relative alla ricostruzione di stabili danneggiati dal terremoto. Il calcolo lo ha fatto Stefano Frapiccini il quale ci ha inviato la seguente nota che se la prende un po’ col Comune, un po’ con gli organi d’informazione che “non approfondiscono”. Ecco quello che dice. “Nei giorni scorsi, nel giorno precedente il triste anniversario del 6 aprile 2099, numerose testate giornalistiche web e cartacee hanno rilanciato, senza troppo approfondire, il comunicato stampa del sito istituzionale del Comune di L’Aquila avente titoloRicostruzione, pubblicato l’elenco delle pratiche da integrare entro il 19 aprile.Ritengo che tale comunicato andava, giornalisticamente, meglio approfondito, perchè dietro lo stesso c’erano, non immediatamente visibili, la vita, l’ansia, la sofferenza di almeno 5.000 persone, 5.000 nostri concittadini “profughi”.
“UN ELENCO DI 1.200 PRATICHE. NON BASTANO 15 GIORNI PER INTEGRARE”
“L’elenco delle pratiche da integrare- continua Frapiccini- non è un fogliettino con poche decine di numeri di protocollo; è un file di 31 pagine con 40 numeri di protocollo per ogni pagina; è un elenco di oltre 1.200 pratiche che sono bloccate per i motivi più svariati, da semplici disattenzioni formali a documentazione dimenticata, da errori di calcolo minimi a differenze di quantificazione di danno e valori per centinaia di migliaia di euro. I tecnici responsabili delle pratiche, e qualcuno potrebbe averne varie decine, hanno solo 15 giorni per “integrare” e potrebbero non riuscirci in tempo oppure la loro integrazione potrebbe essere insufficiente o respinta nella quantificazione. Ogni pratica è un appartamento, un condominio, un aggregato, almeno una famiglia. Se attribuiamo, tenendoci in una media non esagerata, ad ogni pratica quattro persone interessate o beneficiarie della pratica stessa ci rendiamo conto che abbiamo a che fare con quasi 5.000 persone; nostri concittadini che stanno ancora “a ramengo” fuor di casa propria. Ma tra queste oltre 1.200 pratiche sospese fino ad integrazione ci sono anche numerose, svariate, pratiche relative ad edifici classificati B e C, quindi persone che non stanno a casa propria e che nemmeno hanno avuto diritto alle abitazioni del Progetto C.A.S.E. o ai M.A.P., persone che si stanno arrangiando con quattro soldi di C.A.S.”.
Oggi a L’Aquila ogni notizia rischia di scivolarci addosso senza alcun effetto, senza tener conto che dietro la stessa ci siamo noi, migliaia di noi, ma se siamo noi stessi i primi ad ignorarci chi altri dovrebbe avere la voglia ed il tempo di considerarci?”