L’AQUILA – Come cittadini denunciamo con la presente la situazione di vessazione e riduzione in schiavitù che si sta incredibilmente perpetrando proprio nella città in cui tutti noi aquilani continuiamo a vivere e operare.
Abbiamo infatti potuto constatare, direttamente e con prove riscontrabili, che da mesi e forse addirittura da anni ormai, si sta perpetrando l’azione di ignoti aguzzini, a quanto pare dediti a sfruttamento e a reclusione forzosa in condizioni a dir poco disumane. Si aggiunge a ciò l’aggravante della negazione di cure vitali che procura rischi gravissimi per la stessa vita della vittima.
Oltre tutto ciò s’è appreso ieri che, con macabro e blasfemo gusto dell’orrido, proprio il giorno di Venerdì Santo 29 marzo 2013 è stata aggiunta l’ennesima gratuita violenza alla vittima di questo abominevole accanimento: annichilita e vessata ormai da lungo tempo le è stata negata l’ultima occasione di incontro con i propri cari, l’ultimo sprazzo di vita degna di essere chiamata con questo nome.
A questo punto, rivolgendo a tutti i cittadini l’invito a domandarsi a chi giova tutto ciò, per il bene della vittima e per l’onore di tutti gli aquilani, riteniamo doveroso che si conosca l’identità di questo martire: questo è il Centro Turistico del Gran Sasso, cosa di tutti e quindi familiare a ciascun aquilano. Prima che sia troppo tardi è necessario toglierlo dalle mani di chi lo sta torturando mortalmente.
Firmato
Associazione Gransasso360