L’AQUILA – L’iniziativa “Una settimana non basta”, a cura di Archeoclub L’Aquila in collaborazione con associazioni, istituzioni ed enti locali, vuole essere un messaggio costruttivo per evidenziare ulteriormente l’importanza del turismo per L’Aquila e il suo territorio. In questi giorni si è tornato a parlare del rischio spopolamento del nostro comprensorio, in parte già in atto, soprattutto tra i più giovani. La stagnazione economica del territorio aquilano, accentuata dal terremoto del 2009, è la crisi di un modello di sviluppo che ha visto per decenni un’economia fondata prevalentemente sull’insediamento di attività industriali esterne al territorio e sul pubblico impiego, anche quest’ultimo in forte contrazione. Il turismo, concepito come valorizzazione e ‘offerta’ delle peculiarità del nostro patrimonio storico-artistico-naturalistico può e deve essere una delle basi per la ripresa economica aquilana; un settore che potrebbe garantire risorse economiche, aggiuntive a quelle pubbliche, che nel periodo della ricostruzione non guasterebbero.
Turismo vuol dire però lavorare in ‘rete’, collaborare, cooperare; è proprio questo che vuole suggerire, in piccolo, il calendario di “Una settimana non basta”: associazioni culturali, istituzioni locali e, vorremmo aggiungere, piccole e medie aziende agroalimentari, ristoratori, albergatori, artigiani; un modo di lavorare di cui il territorio romagnolo è uno degli esempi di successo più evidenti e noti, un modo di lavorare che richiede un mutamento culturale e piccole rinunce individuali ma che negli anni potrebbe comportare notevoli benefici economici. Turismo vuol dire anche tutelare e recuperare le nostre risorse storico-artistiche e paesaggistiche che sono i ‘beni’ che andremo a ‘vendere/offrire’ al visitatore.
Archeoclub L’Aquila si augura che l’iniziativa non sia un’eccezione ma uno ‘spunto’ e che possa avere un seguito ed essere riproposta con sempre più ampie adesioni.
“Una settimana non basta” è nata anche con l’idea di continuare la “Settimana della Cultura” che, fino alla scorso anno, si svolgeva a livello nazionale. Il patrimonio storico-artistico e paesaggistico, infatti, è un bene da tutelare non solo per la potenziale valenza economica ma innanzitutto per il suo valore di ‘eredità’ da custodire e continuare e quindi di identità di una comunità.