Una promessa, ma nemmeno quella. Cialente voleva un miliardo subito per far decollare la ricostruzione del centro storico, ma è stato Catricalà a gettare acqua, molta acqua, sul fuoco dell’entusiasmo del sindaco. Per il momento non c’è un euro che è uno, ha detto in buona sostanza il sottosegretario di Monti. Per il dopo si vedrà, riferirò al presidente del Consiglio. Un decreto d’urgenza per la ricostruzione dell’Aquila? Vedremo se sarà possibile, per ora abbiamo altro da fare. Parole, insomma, cautele, promesse velate, ma nulla di più. Insieme a una comprensione di facciata dietro la quale si nasconde un’amara realtà: il governo non ha soldi, al punto che stenta a trovarne per rifinanziare la Cassa integrazione. Anche la ministra Elsa Fornero chiede un miliardo subito, per il momento non gliel’hanno dato. Dunque, di quale vittoria parla Massimo Cialente? Se davvero  così fosse, non avremmo motivo per non esultare con lui. Ma le cose stanno in maniera diversa, tanto che è più che legittimo il sospetto che i sindaci, Cialente in testa, a Roma siano andati per fare ‘ammuina’, con la fascia tricolore a tracolla e con poca convinzione. Altro che “abbiamo vinto”. Vinto che cosa, sindaco?  A questo punto non ha torto Giorgio De Matteis che parla di ‘bluff’ e ha preferito restarsene a casa e non unirsi alla ‘delegazione istituzionale’ che è andata nella Capitale. E non ha torto l’Assemblea cittadina che non ha voluto mandare carriole al seguito e ha invitato il sindaco a seguire altre strade per reclamare i diritti dell’Aquila. Ancora: con Cialente non abbiamo visto Fabrizio Barca, il ‘ministro dell’Aquila’, che invece dovrebbe darsi finalmente una mossa. Una mossa ‘vera’, altrimenti gli Uffici speciali e i nuovi assunti col concorsone e il concordino saranno costretti a restarsene a braccia conserte con le pratiche ammucchiate sui tavoli senza finanziamenti.

A fronte di questa situazione un po’ comica e un po’ tragica, c’è da prendere atto della boccata d’ossigeno che arriva dalla Regione: 7 milioni di euro per le imprese turistiche dei Comuni del cratere che vanno ad aggiungersi ad altri 87 milioni già attivati. Una goccia nel mare si dirà, ma è giusto darne atto ai responsabili regionali del settore turistico che, almeno loro, non hanno raccontato balle.

 

 

 

 

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