L’AQUILA – La misura dell’enorme confusione nella quale siamo oramai immersi è data da quanto accaduto oggi. Esprimo la mia solidarietà al Sindaco dell’Aquila Cialente per l’ingiustificabile aggressione subita e da lui raccontata. Non c’è esasperazione possibile che possa giustificare qualsiasi tipo di violenza.
E’ proprio da quest’ultima affermazione che riparto per denunciare il sopruso di cui mi sento vittima con la rimozione delle bandiere Italiane dagli uffici comunali.
Il Tricolore è il segno di rispetto e di appartenenza che ci ricorda gli enormi sacrifici grazie ai quali il nostro AMATO PAESE si è formato. Quella bandiera che sventola accarezzata dal vento ci ricorda anche che è il simbolo della democrazia e della libertà dalle oppressioni.
Rimuovere tale simbolo non è un segno di protesta è un segno di umiliazione che subiscono i nostri padri fondatori, i nostri padri costituenti e, non ultimi, tutti i nostri connazionali che si sono sacrificati e ancora lo fanno per noi.
Quel simbolo “verde,bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni” è sancito dall’art. 12 dei PRINCIPI FONDAMENTALI della COSTITUZIONE ITALIANA ed è “LA BANDIERA DELLA REPUBBLICA”!
Ogni primo cittadino, il giorno dell’insediamento, GIURA “di osservare la COSTITUZIONE ITALIANA” (T.U.E.L. art. 50 comma 11).
Ordinare la rimozione dagli edifici pubblici del nostro simbolo costituzionale non è un gesto di protesta ma un gesto di inaccettabile prepotenza e chi sa se sia leggittimo.
Se il Sindaco vuole continuare a protestare in maniera clamorosa e solitaria riponga la fascia e si dimetta così come minacciato ma poi non mantenuto nella scorsa legislatura.
Adesso basta, “l’uomo solo al comando” non è più una situazione accettabile. Se il Sindaco è stanco di questa condizione apra alla condivisione sui temi della ricostruzione, permetta a tutti di condividere gli oneri del futuro del territorio. La smetta di gettare fango su chiunque (non sia del suo partito ad esempio l’ex ministro Barca), sia demandato a controllare i processi economici della ricostruzione. Basta guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri!
Se da parte sua non ci sarà questa volontà di unificazione sul tema della ricostruzione allora, caro Sindaco, torni al suo lavoro in ospedale e lasci i problemi a chi vuole accollarseli perché magari, oggi, ha più vigore di lei.
Daniele Ferella
Capogruppo “Tutti per L’Aquila”