L’AQUILA – Il “diritto alla città”,a vivere e fruire dei suoi spazi, dei suoi servizi, delle sue infrastrutture. È un po’ questo il concetto base su cui poggia il progetto “L’Aquila città per le donne – Percorsi partecipativi per una lettura di genere della realtà urbana” presentato nei giorni scorsi.

A promuoverlo è l’associazione Future Factory e a portarlo avanti sono la giovane imprenditrice Laura Tinari, le architette Ileana Santone e Claudia-Pia Ranucci, la psicologa Chiara Mastrantonio in collaborazione con Actionaid e la sua referente territoriale Sara Vegni.

«È innegabile che uomini e donne vivano la città in maniera diversa – ha spiegato Tinari – e il nostro intento è indagare le necessità della donna-madre-lavoratrice. Leggere la città attraverso un approccio di genere è fondamentale per la stessa capacità di organizzare e gestire gli spazi urbani, perché siano più adeguati alle reali esigenze dei cittadini e delle cittadine». «Le donne – ha incalzato l’architetto Santone – vivono in una sola giornata, quasi il doppio degli spazi che vivono gli uomini, usano più degli uomini la mobilità pubblica, si spostano di più a piedi, hanno spostamenti multi-stop, perché mescolano impegni di lavoro, familiari e di cura ed usano i luoghi pubblici come mercati e parchi».

Il progetto partirà da due quartieri pilota l’area Torrione-San Francesco e il Progetto C.a.s.e. di Sant’Elia e la metodologia di lavoro che sarà utilizzata è quella della “progettazione partecipata”, basata su incontri con le donne che vivono quotidianamente i due quartieri.

Il coinvolgimento nel progetto renderà così le donne aquilane protagoniste della ricostruzione materiale, sociale ed economica della città, consentendo loro di proporre un indirizzo nel processo di rinascita dell’Aquila. Un progetto ambizioso che si articola su tre linee di azione: proposte per una riprogettazione urbana, sicurezza e vivibilità dei luoghi pubblici, pari opportunità in campo economico.

«Se guardiamo la pianificazione urbana e territoriale sotto il profilo storico, sociologico e filosofico ci accorgiamo che la città è sessista. – Ha concluso Santone – La progettazione infatti è espressione del potere decisionale di urbanisti, architetti, geometri, ingegneri e di coloro che governano la città. Ruoli generalmente ricoperti da uomini».L’assessore alle Politiche sociali e culturali, Stefania Pezzopane, ha ribadito che «Bisogna riscoprire in questi luoghi così tormentati la capacità di creare. Questa capacità di protagonismo delle donne, chiamata anche resilienza, è tipica delle aquilane, delle vere e proprie giocoliere tra famiglia e lavoro».

«Le parole chiave sono quelle del fare comunità: il fare sottolinea la concretezza del progetto, la comunità il fine ultimo. – Ha detto Mastrantonio – Stiamo vivendo una fase critica in cui si percepisce e si sperimenta una forte disgregazione sociale a cui è necessario far fronte attraverso processi di comunicazione e incontro.La dimensione sociale coinvolge tutte le fasi del progetto considerando il presupposto legato ai concetti chiave di vivibilità e sviluppo».

Alla presentazione avvenuta nella sala del Consiglio comunale insieme al Comune dell’Aquilahanno partecipato gli altri partner sostenitori: Fondazione Carispaq (Roberto Marotta), Ance L’Aquila(Gianni Frattale), Fondazione dell’Università degli Studi dell’Aquila (Maria Grazia Cifone), Confindustria L’Aquila; ed enti e associazioni che ad ora hanno dato solo il patrocinio come la Consigliera regionale di Parità, la Provincia dell’Aquila (Antonella Di Nino)e Confcommercio L’Aquila.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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