L’AQUILA – Tra la fine dello scorso anno ed il 21 marzo di quello in corso, il Sindaco dell’Aquila e il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca sbandieravano ai quattro venti che i soldi per la ricostruzione del centro storico dell’Aquila e degli altri comuni del cratere c’erano, ed in abbondanza. Entrambi si riferivano alla delibera con cui il Cipe sbloccava 2,45 miliardi di euro, a valere su quanto disposto in merito dalla legge 77/2009.
Il ministro Barca affermava:
“Gli scopi prioritari delle ricostruzione saranno quelli di assicurare il rientro nelle proprie abitazioni, il ripristino delle funzioni e dei servizi pubblici, l’attrattiva e lo sviluppo economico e sociale (…). Con tali risorse si darà un forte impulso alla gestione ordinaria delle attività di ricostruzione disposta dal decreto-legge n. 83/2012 a seguito della chiusura dello stato di emergenza. La ripartizione consentirà in primo luogo di avviare in modo sistematico la ricostruzione del centro storico de L’Aquila e degli altri comuni del cratere, sia nella parte privata che pubblica”.
L’Assemblea cittadina, con i cinque incontri seminariali a cadenza settimanale, tenuti nei mesi di gennaio e febbraio, presso il Palazzetto dei Nobili, sotto l’unitario titolo “Il piatto è servito” , registrando la partecipazione di docenti universitari, Presidenti degli ordini professionali, tecnici ed esperti in vari settori, smontava pezzo per pezzo le propagandistiche affermazioni del ministro, ben avallate dal Sindaco Massimo Cialente, dimostrando, dati e cifre alla mano, l’assoluta inadeguatezza delle risorse e la farraginosità tecnico-burocratica delle schede parametriche, nonché il difficile ed oscuro impiego delle risorse umane, acquisite con il famoso concorsone e con i vari concorsini, o direttamente dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione.
Il compendio delle relazioni seminariali, sia in video che scritte in un centinaio di pagine, veniva reso disponibile su internet in un apposito Libro Bianco, tuttora scaricabile all’indirizzo http: // www.laquila 99.tv.
Il culmine delle farneticanti promesse sull’immediato avvio della ricostruzione trovava il suo acme lo scorso 21 marzo, nella farsesca iniziativa ministeriale – municipale della cosiddetta “Primavera della ricostruzione”, risoltasi nell’apposizione di alcune targhe di cartone sui muri di una manciata di abitazioni del Centro storico.
All’incontro che il Ministro Barca tenne, nello stesso giorno, presso l’Aula Magna dell’Università dell’Aquila, i cittadini dell’Assemblea furono i primi a contestare le affermazioni del Ministro, caldamente supportate dall’onnipresente Gianni Letta, che invocava piena ed incondizionata fiducia nel Governo ed ascriveva agli aquilani la responsabilità della mancata ricostruzione, ravvisabile nella palesata sfiducia, in merito allo stanziamento ed alla congruità dei fondi.
Sono quattro anni che i cittadini denunciano la mancata ricostruzione del centro storico, di gran parte della periferia e delle frazioni, consapevoli delle responsabilità da ascrivere sia al Governo Centrale, per le scelte miracolistiche e mass mediatiche, sia alle amministrazioni locali, per la mancanza di autonomia rispetto a decisioni imposte dall’alto e di esercizio di un reale ruolo politico. Cittadini costretti ad assistere ad un gioco delle parti, con sterili accuse reciproche che nulla hanno apportato alla costruzione di autorevolezza e azione. Ancora oggi la Provincia non è stata in grado di risolvere il dramma dell’avvenuto deposito al Genio Civile e la Regione Abruzzo ha avviato il ragionamento sulla Legge Regionale per la Ricostruzione solo pochi giorni fa, con ingiustificabile e gravissimo ritardo.
Il 23 marzo, una serie di Comitati cittadini, con la piena adesione dell’Assemblea, organizzava, nel centro storico, la manifestazione “La festa della non ricostruzione”, che vedeva ironicamente come ospiti d’onore: Barca, Berlusconi, Bertolaso, Gianni Letta, Chiodi e Cialente, quali artefici della rinascita aquilana. A chi sarebbe spettato il Gran Premio de “La più grande balla post sismica?”
A ridosso della denuncia pubblica dell’Assemblea cittadina circa il bluff delle risorse finanziarie realmente disponibili, ben veicolato dai mass media , e della Festa della non-ricostruzione, il Sindaco Massimo Cialente faceva una giravolta di 360 gradi, cominciando ad affermare, prima in modo sommesso, e via via con toni sempre più accesi e barricadieri, la necessità di ulteriori stanziamenti per almeno un miliardo l’anno, con cifre e tempi che cambiavano di giorno in giorno. Le due carriole esibite a Roma come trofei di guerra, quelle stesse carriole che avevano manifestato più di una volta contro lo stesso Sindaco e la Giunta, per l’inadeguatezza dell’amministrazione civica, rispetto alla drammaticità della situazione, la riconsegna della fascia tricolore, l’ammaina bandiera, la minaccia di dimissioni dell’intera Giunta e altre amenità del genere, partorite dalla fertile mente del Primo Cittadino, sono appena sfociate nella ventilata riproposizione dei moti aquilani per il mantenimento del Capoluogo di Regione.
A fronte di questa pirandelliana realtà, l’Assemblea cittadina ritiene più che opportuna una mobilitazione generale, tesa a garantire l’effettiva rinascita di una comunità ridotta allo stremo e di uno sfregiato territorio, nel frattempo devastato dalle migliaia di casette abusive e da altre vistose speculazioni edilizie.
Con un particolare simbolico però: in testa agli auspicati cortei ci siano i cittadini aquilani, delle frazioni e dei paesi del cratere. In coda, tutti i rappresentanti istituzionali.

Assemblea cittadina dell’Aquila

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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