Una querelle infinita che minaccia di trascinarsi fino alle prossime elezioni regionali a dispetto degli aquilani che si attendono iniziative concrete sulla ricostruzione della loro città. Comincia Gianni Chiodi, il governatore dell’Abruzzo ed ex commissario  per i Comuni del cratere. Rompe l’armistizio che durava da una decina di giorni e che lo aveva visto a fianco di Massimo Cialente nel reclamare fondi per l’Aquila, e accusa sindaco e amministrazione. “Se il governo è restio ad allentare i cordoni della borsa, la colpa è del Comune che non sa spendere e che alla fine del 2012 aveva un avanzo di cassa  di 300 milioni”, Apriti cielo. Cialente preannuncia una conferenza stampa “per spiegare”, poi scende in campo Pietro Di Stefano, l’assessore alla Ricostruzione, con una nota molto dura: “Chiodi dice bugie e cambia le carte in tavola a proprio vantaggio in vista della campagna elettorale delle regionali ormai prossime. Mente sapendo di mentire e confonde le idee ai cittadini”. I quali, sia come sia, ormai non ne possono più delle liti da cortile tra Cialente, Chiodi, Di Stefano, Stefania Pezzopane solo per citare gli attori principali di questa farsa che dura ormai da più di quattro anni.Ormai gli aquilani questa commedia infinita non riescono più a seguirla. Quelli del centro storico hanno perso ogni speranza, alcuni. Altri, per fortuna, non hanno smesso e non smetteranno mai di lottare per la loro città. A leggere le cifre di Di Stefano viene il mal di testa. Figuriamoci i terremotati, gli sfollati, gli abitanti dei Map e dei quartieri più sacrificati del Progetto CASE. Costoro, quei numeri non li leggeranno mai. Lo stesso dicasi per le cifre di Chiodi. Chi può controllarle, se possibile? Chi sa districarsi nel dedalo intricato delle accuse e delle contro accuse, nel labirinto di numeri improbabili che ormai nessuno legge? Non hanno capito, lor signori, che è ora di finirla?

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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