L’AQUILA -” La delibera relativa al Bilancio di Previsione del Comune dell’Aquila , approvata nei giorni scorsi dalla Giunta e trasmessa al Consiglio comunale , non può essere votata e pertanto deve essere ritirata”.
Lo afferma in una nota il consigliere comunale Emanuele Imprudente che spiega:”L’esecutivo non ha presentato la delibera, la cui approvazione è atto propedeutico rispetto al Bilancio di Previsione, con la quale viene istituita la Tares, la nuova tassa sui rifiuti, che ha preso il posto della Tarsu, entrando in vigore dal 1 gennaio 2013 e che, forse, è stata dimenticata dalla Giunta. Il testo deliberativo deve contenere peraltro la tabella con le tariffe e, dunque, la specifica in termini di entrate e di spesa per l’ente comunale.
“La lacuna, che ha carattere di pregiudiziale – prosegue il Capogruppo L’Aquila Città Aperta – non può neanche essere colmata attraverso la presentazione di un emendamento al testo, poiché i termini per la presentazione sono scaduti ieri, lunedì 17 giugno, alle 14.
L’unica soluzione possibile, a questo punto, resta l’immediato ritiro della delibera sul Bilancio di Previsione, la presentazione della proposta deliberativa riguardante l’istituzione della Tares e la presentazione, quale parte integrante di questa, di un altro documento fondamentale, vale a dire l’allegato con la relazione dell’Asm, soggetto erogatore del servizio, riguardo alla quantificazione dei costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e, dunque, alla fissazione degli oneri a carico degli utenti.
Senza questi atti la proposta deliberativa sul Bilancio risulta incompleta e inaccettabile. È evidente che, stante il termine del 30 giugno per l’approvazione del Bilancio di Previsione da parte del Consiglio, bisogna che l’Amministrazione provveda, o cerchi di provvedere, in tempi estremamente rapidi a rimediare all’errore.
Resta l’amarezza nel constatare come una materia così delicata come quella del Bilancio, a fronte di richieste di fondi al Governo, venga trattata dall’Amministrazione con imperdonabile leggerezza, senza che nessuno, incluso il Collegio dei Revisori dei Conti, se ne sia accorto”.