L’AQUILA- Monsignor Giuseppe Petrocchi, nuovo arcivescovo dell’Aquila che si insedierà il 7 luglio prossimo nella sede arcivescovile con una cerimonia solenne, ha ricevuto ieri il Pallio da Papa Francesco a Roma. La cerimonia si è svolòta nella Basilica di San Pietro dove erano presenti altri 35 metropoliti provenienti da tutto il mondo e di cui soltanto tre erano italiani. Al termione della cerimonia monsignor Petrocchi ha avuto parole particolari per L’Aquila e gli aquilani, e per il particolare momento che stanno attraversando con la ricostruzione della città. Il nuovo arcivescovo ha anche accennato ai problemi sociali in generale e a quelli dell’Aquila in particolare con riferimento.
IL SALUTO DI MONSIGNOR MOLINARI
Oggi, intanto, monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo uscente, ha voluto salutare all’omelia i fedeli aquilani, il clero, le autorità civili. Ecco la parte del suo discorso dedicata al terremoto dell’Aquila.: “Avviandomi alla conclusione- ha detto-non posso non ricordare che l’ultimo tratto del mio servizio episcopale, a L’Aquila, è coinciso con la storia piena di lacrime e di sangue del sisma e del dopo sisma.
Ho parlate tante volte, in tutte le sedi e in tutti i modi di questa grande prova. Con tutta la mia fragilità e i miei limiti, ho cercato di condividere la tragedia degli Aquilani. Ho cercato, soprattutto, di portare conforto e far sentire la vicinanza di Cristo a chi più è rimasto ferito e sconvolto da questa tragedia senza nome.
Oggi vorrei ricordare ancora una volta ciò che mi scrisse, all’indomani del terremoto, un grande vescovo, Alfredo Battisti Arcivescovo di Udine (1925-2012), che si era trovato a vivere la tragedia del terremoto del Friuli.Mons. Battisti mi ha scritto la sua lettera il 6 Maggio 2009, un mese dopo il nostro terremoto e nel 33° anniversario del terremoto del Friuli.
“RISCOPRIRE I VALORI UMANI”
A noi cristiani, che siamo chiamati a impegnarci generosamente e tenacemente per la ricostruzione, rimane il compito di riscoprire, “scavando e piangendo tra le macerie, i valori umani e cristiani”, che da una così grande prova possono, malgrado tutto, ancora germogliare. Preghiamo ancora una volta, questa sera, per le vittime del sisma, per i loro parenti, per chi ha più responsabilità nell’opera di ricostruzione, ormai non più rinviabile. Preghiamo perché il Signore ci doni tanto coraggio e tanta speranza”.