L’AQUILA- La Tarsu delle camere d’albergo deve essere parificata a quella delle civili abitazioni. Importante la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce che ha condannato il Comune (nella fattispecie Gallipoli) a riliquidare la tassa assimilando la superficie a quella delle civili abitazioni

La sentenza depositata il 10 luglio scorso dalla Commissione Tributaria Provinciale di Lecce – Sezione Seconda – nella causa di opposizione a cartella esattoriale notificata all’hotel Costa Brada di Gallipoli(immobiliare Sant’Anna s.p.a.), difeso dall’avvocato Maurizio Villani, ha confermato il principio che le stanze di un albergo devono essere parificate a quelle di una civile abitazione per la tassazione Tarsu.Nell’accogliere questa doglianza dedotta a motivo di ricorso da parte della società i giudici tributari hanno, infatti, evidenziato che “appare irragionevole che un nucleo familiare in vacanza produca maggiori rifiuti di quelli prodotti ordinariamente nella propria abitazione” ed hanno condannato il Comune di Gallipoli a riliquidare la Tarsu assimilando la superficie adibita ad unità abitativa a quella delle civili abitazioni.Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea che si tratta di un’importante sentenza soprattutto in vista della Tares e della riforma della finanza locale.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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