L’AQUILA- “Se Oliviero Toscani crede di trovare nella ‘razza umana’ aquilana, gente disposta a mollare, ad abbandonare le proprie origini, ha sbagliato tutto. Di noi non ha capito nulla, non conosce il nostro DNA. Non trovera’ nei volti degli aquilani, la volonta’ di abbandonare una citta’, a cui siamo legati”. Lo afferma la senatrice del Pd Stefania Pezzopane.
“Siamo stanchi si’ – aggiunge – ma di chi viene a fare le passerelle mediatiche, di chi sfrutta la nostra citta’ come set per rinverdire una notorieta’ offuscata, di chi usa le sue ciniche provocazioni solo per il gusto dei titoli sui giornali, di chi viene solo a prendere senza mai dare nulla, di chi si erge sopra un piedistallo a pontificare.
Siamo stanchi di sopportare le offese di chiunque, di chi oltraggia le nostre intelligenze e anche la sensibilita’ e la solidarieta’ di tanti italiani, invece, che ci hanno teso una mano. Dopo quattro anni Toscani viene a L’Aquila, a ripetere le stesse cose che abbiamo sentito piu’ volte e contro cui abbiamo lottato. Abbandonare la nostra citta’ e ricostruire altrove? Cioe’? Avremmo dovuto chinare il capo alla ‘geniale’ idea della new town di Berlusconi? O dovremmo rassegnarci a credere che siano le 19 new towns la nuova L’Aquila, a cui si riferisce? Ma cosa ne sa dell’Aquila Oliviero Toscani?
Che ne sa della nostra storia, della nostra tempra, che ha spinto i nostri avi a ricostruirla dopo altri terremoti, ancora piu’ bella. Soprattutto cosa ne sa dei nostri ragazzi di 20 anni? Li ha visti, li ha conosciuti, ci ha parlato? Forse avrebbe capito che sono stati loro i primi a voler tornare all’Aquila, una citta’ che considerano madre e non meretrice. Sono stati i nostri ragazzi a voler tornare nelle scuole, nelle facolta’ universitarie. Sono i nostri ventenni che chiedono di voler tornare in centro storico, il cuore di una citta’ che non smettera’ mai di pulsare. Ma questo – afferma infine la senatrice Pezzopane – Toscani non lo puo’ capire. Non ci trasformeremo in una citta’ fantasma al servizio di fotografi, turisti delle macerie, o approfittatori mediatici”.