L’AQUILA – Sono salvi per il 2013, anno cruciale per l’avvio della maggior parte degli edifici presenti nell’asse centrale in città, sia il cronoprogramma dell’Aquila e frazioni che la ricostruzione dei 56 comuni del cratere.
Sia chiaro, però, la battaglia é stata condotta dal solo Comune dell’Aquila che adesso, concentrerà nuovamente i suoi sforzi per il non più rinviabile ripristino della Cassa depositi e Prestiti.
Una battaglia che non ci ha risparmiato scelte difficili e dolorose, come quella che ha portato il Sindaco a rimuovere il tricolore dagli edifici pubblici in città. Scelte che sono state aspramente criticate anche da chi, come il Coordinatore dei Comuni del Cratere, a conti fatti, ha poi beneficiato dei risultati conseguiti dalla tenacia e caparbietà di chi sa cosa vuol dire rappresentare un intero territorio e non solo il proprio comune.
In una lunga riunione al DiSET (Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali) alla quale ho partecipato in rappresentanza del Comune dell’Aquila, alla presenza del Capo Dipartimento, Aldo Mancurti, si è poi provveduto al riparto delle risorse stanziate che ammontano a 1.183,2 milioni di euro.
Unanimemente è stato deciso di destinare il 5% della somma, pari a 59,16 milioni di euro agli interventi per lo sviluppo del territorio e, poiché tale finalizzazione non era prevista nel Dl 43/2007, ci si è contestualmente attivati per portare avanti una proposta normativa che la riconosca da ora in avanti nella medesima percentuale.
Ai comuni fuori dal cratere è stato deciso di destinare il 3% (pari a 33,72 milioni di euro) della somma residua, mentre i rimanenti 1.090,32 verranno destinati per il 63% al Comune dell’Aquila e frazioni ( 686,90 milioni di euro) e per il 37% ai 56 comuni del cratere.
Mancano ancora circa 120 milioni di euro agli 800 milioni di cui L’Aquila ha bisogno per il cronoprogramma dell’anno in corso, ma l’interlocuzione, anche aspra, con la Ragioneria di Stato ed il Governo continuerà nella Legge di Stabilità, affinché siano assicurate al territorio le necessarie risorse.
Pietro Di Stefano