L’AQUILA – Riparte dal luogo in cui è nato nell’agosto del 2000, il Festival Internazionale di Musica Pietre che cantano: l’appuntamento inaugurale della XIV edizione è mercoledì 7 Agosto, alle 20:00, al Monastero di S. Spirito d’Ocre, con il recital pianistico di Alexander Lonquich, uno massimi protagonisti del pianismo internazionale, acclamato interprete del repertorio classico come di quello moderno e contemporaneo, pianista dal virtuosismo raffinato e potente al tempo stesso, apprezzato per la originalità e profondità poetica delle sue letture musicali.
La serata inaugurale sarà aperta da un saluto del Direttore artistico, Luisa Prayer, e della Soprintendente BSAE Lucia Arbace, curatrice della mostra “La Saggezza risplende – Madonne d’Abruzzo del Medioevo e Rinascimento” allestita dalla Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo nella Chiesa del Monastero, che fu danneggiata dal sisma del 2009 e il cui restauro, appena ultimato, è auspicio per il recupero di tutto quel tessuto architettonico ed artistico che fa dell’Abruzzo aquilano un bene di tutti. Verrà così evidenziata l’importanza di quelle sinergie che permettono, come in questa occasione, di mettere in risalto, in una adeguata cornice, i tesori dell’Arte abruzzese, un’Arte da valorizzare e che può riservare ancora molte sorprese al grande pubblico degli appassionati.
L’interprete Il pianista tedesco Alexander Lonquich, indiscusso protagonista della scena concertistica internazionale, è il protagonista della serata inaugurale. Dal 1977, quando ha vinto il Concorso Casagrande, Lonquich ha intrapreso una carriera di solista e direttore che lo ha portato nelle principali sale da concerto di tutto il mondo. Interprete acclamato di un vasto repertorio, che va da C.P. E. Bach, che esegue al fortepiano, fino agli autori contemporanei, è particolarmente apprezzato per le sue interpretazioni di Mozart, dei cui Concerti ha realizzato importanti cicli di esecuzione integrale. Ha suonato sotto la direzione di Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, è stato assiduo interlocutore di Sandor Vègh e della Camerata Salzburg, ha collaborato con colleghi del calibro di Joshua Bell, Steven Isserlis, Isabelle Faust. La critica gli ha assegnato numerosi prestigiosi riconoscimenti, come il “Diapason d’Oro”, il “Premio Abbiati”, il “Premio Edison”. Nel ruolo di direttore-solista, Alexander Lonquich collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera di Mantova, la Royal Philharmonic Orchestra di Londra, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées di Parigi, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Filarmonica della Scala di Milano. Ha inciso Mozart, Schumann e Schubert (EMI) Faurè, Ravel, Messiaen (ECM).
Alexander Lonquich dedica molte energie anche all’insegnamento: tiene masterclass in Europa, Stati Uniti ed Australia e, convinto della necessità di ripensare il sistemi didattico tradizionale, ha realizzato laboratori teatrali/musicali innovativi, avvalendosi della collaborazione di musicisti e artisti provenienti da linguaggi diversi.
Il programma: Alexander Lonquich propone un programma di sicuro interesse declinato sul contrasto di opere che rappresentano mondi musicali tra loro distanti. Particolare la scelta del brano di apertura, la Sonata 1905 dell’autore ceco Leoš Janáček, dedicata alla vicenda di un operaio, che fu martire delle agitazioni sociali d’inizio secolo: grande studioso del melos moravo, Janáček diede voce ad un patriottismo permeato di ideali democratici, e animato dall’aspirazione ad un mondo socialmente più giusto.
Altrettanto appassionato, nella sua espressione, il Robert Schumann di Kreisleriana, ma completamente concentrato, da poeta romantico, nella lotta dell’individuo con se stesso e i propri sentimenti, e nella rappresentazione fantastica delle sue aspirazioni.
Di tutt’altra ispirazione il Claude Debussy impressionista del primo libro dei celebri Préludes, contemporanei della Sonata di Janáček: affascinato dai colori del mondo mediterraneo come di quello nordico, dal sibilare del vento come dal silenzio dei passi sulla neve, Debussy tratteggia in musica un mondo del tutto nuovo, anche dal punto vista formale e musicale, e senza pregiudizi si lascia sedurre dai ritmi nuovi delle prime orchestre jazz, dette “Minstrels”, come il titolo che chiude la fantasmagorica raccolta.
L. Janácek: Sonata “Zulice(Nella Strada), 1. X. 1905”
R. Schumann. Kreisleriana
C. Debussy: Préludes- Premier Livre
La cena: Come è tradizione delle serate inaugurali a S. Spirito, cena con gli artisti al termine del concerto, nella affascinante cornice del Chiostro duecentesco. La cena-degustazione, con una selezione dei migliori prodotti locali, è a cura del Monastero-Fortezza s. Spirito d’Ocre e si può prenotare al numero 0862 -1965538 (€ 35).
Il festival: Quella del 2013 è la XIV edizione del Festival Internazionale di musica Pietre che cantano, che da sempre coniuga preziosi programmi musicali e bellezze storico-artistiche dell’Abruzzo aquilano. Antichi borghi, siti archeologici, i monasteri e le Chiese medievali e rinascimentali della regione sono da sempre il suggestivo scenario degli appuntamenti creati dal direttore artistico Luisa Prayer. Neanche il sisma del 2009, che ha danneggiato molti dei tradizionali luoghi d’arte sedi dei concerti, ha alterato questa caratteristica del Festival, che ha anzi esplorato nuovi luoghi e accompagnato, con la propria musica, momenti di fondamentale importanza per la vita del patrimonio artistico della città, come l’apertura al pubblico del Chiostro di S. Domenico, monumento di grande pregio del Quattrocento aquilano, unico complesso, nel centro storico della Città, che avesse resistito alla devastazione del sisma, inaugurato con il concerto del 4 agosto 2010.
Il luogo: Situato in posizione panoramica dominante, che abbraccia un vasto scenario compreso tra le pendici del Gran Sasso e quelle del Sirente, il Monastero – Fortezza di Santo Spirito è stato fondato dal Beato Placido nel 1226, e poi accolto nella famiglia cistercense di Clairvaux, cui appartengono tutte le abbazie cistercensi d’Abruzzo, nel 1248. La fine del Monastero è stata decretata nel 1652 dalla campagna di soppressioni attivata da Innocenzo X e oggetto di progressivo degrado, trafugate molte delle opere pittoriche che lo ornavano, si è ridotto ben presto allo stato di rudere. Ultimati i restauri del complesso nel 2000, il Monastero è stato riaperto in occasione della prima edizione di Pietre che cantano, che vi tiene ogni anno il suoi concerti più importanti: esiste ormai, fra la manifestazione e il sito, un rapporto identitario che non si è interrotto neanche dopo il terremoto del 2009.
Ultimati da poche settimane i restauri della Chiesa e degli affreschi medievali, danneggiati dal sisma del 2009, la Soprintendenza BSAE dell’Abruzzo vi ha da poco inaugurato la mostra “La Saggezza risplende – Madonne d’Abruzzo del Medioevo e Rinascimento”che presenta una collezione di circa venti opere, fra dipinti su tavola e sculture lignee, databili tra la fine del XII e gli esordi del XVI secolo, e già custodite nel Museo Nazionale d’Abruzzo. La mostra include capolavori di Saturnino Gatti, Gentile da Rocca ed altri importanti autori.
Biglietto d’ingresso: € 15 – Info e prenotazioni: info@pietrechecantano.it – 392 1770150
Cena – degustazione a cura del Monastero Fortezza S. Spirito e del catering Crea Eventi- € 35.
Solo su prenotazione: 0862- 1965538
Per accrediti stampa per il concerto contattare:
Ufficio Stampa Festival internazionale di Musica “Pietre che cantano”
Elisa Cerasoli +39 389 1509739 ufficiostampa@pietrechecantano.it