L’AQUILA – Ai terremotati dell’Abruzzo il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, non vuole sborsare nemmeno un cent. Per questo il 21 agosto scorso ha chiesto e ottenuto dalla sua giunta una delibera che lo autorizzi a ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge 24 giugno 2013 che convertiva il decreto legge “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015″.
La legge impugnata convertiva uno dei cosiddetti decreti omnibus, l’ultimo approvato dal governo di Mario Monti il 26 aprile scorso, ma convertito con numerose modifiche a giugno dalla nuova maggioranza che sorreggeva il governo di Enrico Letta.
Il ricorso di Crocetta – cita un articolo apparso su bastacasta.altervista.org – non riguarda però l’intera legge, ma solo l’articolo 7 bis che rifinanziava proprio «la ricostruzione privata nei comuni della Regione Abruzzo colpiti dagli eventi sismici del 2009».
Il governatore quindi impugna la legge per i terremotati di Abruzzo davanti alla Corte Costituzionale «per violazione dello Statuto d’autonomia, del principio di leale collaborazione e degli articoli 36 e 37 dello stesso statuto». Ed essendo il 24 agosto il termine massimo previsto dalla procedura per l’impugnazione, per fermare i soldi dei siciliani ed evitare che vadano ai terremotati abruzzesi, Crocetta ha fatto interrompere anzitempo le ferie ai suoi assessori e anche ai funzionari della Regione, che hanno dovuto istruire la pratica del ricorso e naturalmente controfirmare gli atti.
LA RISPOSTA AQUILANA:”BASTA SCIACALLAGGI”
“Basta sciacallaggi! Crocetta vuole fare cassa sul terremoto dell’Aquila…faccia retromarcia oppure devolva le risorse dei beni confiscati alla mafia!” E’ il monito del coordinatore L’Aquila-Sulmona del Popolo della libertà, Alfonso Magliocco che aggiuge:” La scelta della giunta Crocetta (delibera n. 293 del 21 agosto 2013) di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge 24 giugno 2013 e nello specifico contro l’art. 7bis che prevede il finanziamento della ricostruzione dell’Aquila tramite l’aumento dell’imposta di bollo, è un atto vergognoso!
Secondo Crocetta, infatti, essendo l’aumento dell’imposta valido su tutto il territorio nazionale (la legge non fa distinzioni), tale surplus dovrebbe rimanere nelle casse della Regione Sicilia così come previsto dall’autonomia statutaria dell’ente e non può essere destinato alla ricostruzione dell’Aquila.
ra, premesso che l’aumento disposto è finalizzato al ripristino dei danni causati dal sisma del 2009 e che, altrimenti, non vi sarebbe stato, sembra assurdo che Crocetta rivendichi per la Sicilia risorse che diversamente non sarebbero mai esistite. Si tratta di un atto di sciacallaggio vero e proprio che non ha bisogno di ulteriori giustificazioni e che forse nasconde la necessità di fare cassa, in una Regione che non spicca certo per efficienza e conti in ordine e che pesa sulle spalle di TUTTI GLI ITALIANI!
Inoltre, se l’autonomia finanziaria prevista dalla costituzione (Regione a statuto speciale) non permette uno slancio di solidarietà nei confronti dei cittadini aquilani, Crocetta ci spieghi il perché tale ragionamento non funzioni al contrario e , quindi, risulti un atto dovuto il trasferimento di risorse da parte dello Stato (e quindi pagati con i soldi di tutti i contribuenti italiani) per scongiurare il default della Sicilia (900 milioni di euro nel 2012).
Oppure ci dica se il Belice è stato ricostruito soltanto con risorse locali oppure grazie all’intervento solidaristico di tutti gli italiani, quella stessa solidarietà che ora viene negata all’Aquila!
Ci aspettiamo da parte di Crocetta una retromarcia immediata in grado di ripristinare in parte un principio di giustizia ed equità su cui siamo certi i cittadini siciliani saranno d’accordo!
In caso contrario e a giusta compensazione del danno inferto ai cittadini aquilani, chiederemo che tutte le risorse derivanti dai beni confiscati alla mafia vengano destinati alla ricostruzione dell’Aquila e del suo territorio, in quanto il far parte di uno Stato non prevede solo diritti ma anche e soprattutto doveri….e la ricostruzione dell’Aquila, così come avvenuto in casi analoghi, è un dovere di tutti!”