L’AQUILA – «L’annuncio delle dimissioni dei ministri del Pdl e la conseguente crisi di governo è il chiaro messaggio di come oggi sia meglio essere distruttivi, ma mantenere la scena politica, piuttosto che essere propositivi. Che poi tutto avvenga a discapito della stabilità di un Paese già sofferente o di una città in ricostruzione, poco importa. Piegare la verità alla visibilità, e dunque alla sopravvivenza, individuale o di un ristretto gruppo, è il diktat che la destra impone in queste ore al Paese».
A comunicarlo è l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano.
«Anche all’Aquila siamo di fronte ad una mistificazione della realtà – continua Di Stefano – quando l’assessore provinciale Liris, che ovviamente non é Berlusconi, ma dell’idea di lui un piccolo replicante, getta discredito sul lavoro, ben concertato, che il Comune dell’Aquila e le Soprintendenze hanno avviato sul Piano del Colore dei centri storici solo per sentire l’eco della propria voce».
«L’intervento – aggiunge l’assessore – del dottor Fabrizio Magani, direttore Regionale dei beni culturali e paesaggistici, proprio in occasione di una sua audizione sul tema svolta in Provincia, era chiaro ed esaustivo nell’informare sulle sinergie messe in campo per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Ma sembra stia diventando costume diffuso quello di invitare gli addetti ai lavori a relazionare sullo stato di fatto dei processi di ricostruzione della città per poi ignorarne, o peggio, mistificarne le relazioni. Il piano di ricostruzione contiene già l’indicazione della “mazzetta” dei colori per le facciate dei centri storici ed in particolare di quello cittadino».
«Per questo – continua Di Stefano – il precedente consiglio comunale, dove Liris siede come rappresentante, ha anche approvato un documento, stilato da Comune e Soprintendenza ai Baap, di fatto integrativo del regolamento edilizio per quanto attiene la ricostruzione dei centri storici dell’Aquila e delle frazioni. La delibera stabilisce puntualmente come dovranno essere gli intonaci, bandendo i quarzi di qualsiasi tipo a vantaggio delle tinte naturali, ma indica anche come dovranno essere le pulsantiere, le cassette tecniche, quelle postali, i manti di copertura, le imposte, le porte eccetera ed assegna il compito di valutare i progetti alla Commissione Comune/Soprintendenza (o pareri), prima del via libera all’intervento ed il controllo dell’attuazione all’Ufficio speciale per la Ricostruzione».
«L’imprescindibilità dal recupero della bellezza dei nostri luoghi – sottolinea l’assessore – é stato pervicacemente voluto e sostenuto dal Comune con il raggiungimento dell’intesa tra il sindaco e il direttore Regionale per i Beni culturali e Paesaggistici, che assegna risorse aggiuntive proprio al mantenimento e recupero dei caratteri storici del patrimonio immobiliare. Intesa questa, che ha fatto da apripista anche per gli altri Comuni del cratere i quali, in uno con la scheda parametrica che la contiene, oggi inseguono lo stesso modello del Comune dell’Aquila».
«Bastava leggere, capire e semmai cooperare – conclude Di Stefano – Ma è più facile polemizzare e gettare nello sconforto gli aquilani piuttosto che spendersi in azioni positive per aggiungere quello che manca senza denigrare quello che c’é. C’è, infine, da essere preoccupati per questa caduta del governo ad opera di Berlusconi, che ci toglie gli interlocutori per lo stanziamento delle risorse per il 2014. Se la crisi si avvita ancora, per noi si prospetta uno scenario veramente difficile».