L’AQUILA – Oggi abbiamo assistito alla grande pantomima del ritorno di Massimo Cialente. Ha affermato che “errare è umano” dopo essersi dimesso per “aver compiuto errori”. Ha detto che il ritorno è dovuto all’attacco dei media nazionali alla città, dopo essersi dimesso per lo stesso identico motivo. Il “dimissionario seriale” ha ritirato le dimissioni senza neanche un’argomentazione, se non quella del “grande affetto della città” che lo avrebbe spinto a tornare sui suoi passi. Una spinta che noi vediamo solo in quegli apparati corporativi e partitici che hanno tutto l’interesse a garantire l’immobilismo. Cialente oggi non ha motivato nulla di fronte alla città.
Lui e la coalizione di centro – sinistra – destra che lo sostiene, stanno in maniera del tutto irresponsabile condannando a morte una città intera, solo per mantenere il loro potere e le loro poltrone. Un potere che, tra l’altro, si sintetizza benissimo nel personalismo di Cialente, che tanto ricalca quello espresso da Berlusconi, Bertolaso e Gianni Letta.
Ma la verità è che il problema di questo territorio non è solo Cialente, ma il sistema di clientele, poltrone, favori che lo sostiene e che ha permesso che la ricostruzione materiale, economica e sociale sia un affare di pochi, mentre le fasce più deboli della città sono allo stremo, ed i giovani costretti ad andarsene. Non basta una pennellata di finta trasparenza e un magistrato come vicesindaco per camuffare il sistema che coinvolge e soddisfa i poteri forti della città, che abbracciano indistintamente centrodestra e centrosinistra.
Solo dalla partecipazione reale delle persone, dai progetti concreti di ricostruzione sociale, dalle tante idee e proposte rimaste inascoltate in questi anni, potrà prender vita un nuovo modello di ricostruzione ed un futuro diverso per questo territorio.
Siamo pronti ad andare a dirlo con forza al prossimo consiglio comunale, appena il presidente stalinista Benedetti, troppo impegnato in questi giorni a insultare e a dare del fascista a chi ha osato opporsi a questa sceneggiata, lo convocherà.
NON C’E’ FUTURO SENZA CAMBIAMENTO
INDIETRO NON SI TORNA