L’AQUILA – Per tutta la recente crisi, pur auspicando una forte discontinuità nei programmi, nella metodologia e nella professionalità delle persone, ci siamo imposti sobrietà e consegnati a religioso silenzio.
Confindustria non crede ci sia bisogno di provocazioni, soprattutto da parte del massimo rappresentante delle istituzioni cittadine, in una città tanto martoriata e, tanto più, non intende alimentare polemiche su un argomento di secondo piano, se non insignificante, come quello dell’aeroporto che rischia di trasformare, questo si, l’opera ciclopica a cui è chiamata questa comunità in uno dei tanti “pour parler” italiani gettando ulteriore gratuito discredito sul Territorio.
Peraltro, nei paesi normali e civili, di solito le consultazioni con le categorie degli operatori economici, per non parlare di quelle referendarie (sic!), si fanno prima di avviare progetti, di fare pseudo inaugurazioni e spendere soldi pubblici.
Intendiamo, da parte nostra, chiarire al Sindaco che la posizione riportata dal delegato alla ricostruzione, Ing. Ezio Rainaldi, è quanto da me espresso nei diversi Comitati di Presidenza e dal gruppo dirigente di Confindustria L’Aquila e, pertanto, non vi sono posizioni personali e/o strumentali, ma è una critica fondata non su generici timori e preoccupazioni bensì sulla certezza convinzione che su un bacino di utenza così limitato e con le avverse condizioni morfologiche e climatiche del territorio (basti pensare che ad oggi le autorizzazioni sono solo per atterraggi a vista), ci ritroveremo a dover commentare l’ennesima “cattedrale nel deserto” in questa città. E non possiamo permettercelo.
E’ necessario altresì chiarire che, nell’incontro tenutosi nei giorni scorsi, l’Ing. Rainaldi, oltre a riportare la posizione di Confindustria L’Aquila in merito al concetto di un aeroporto inteso nel senso classico del termine, ha fatto delle serie proposte, al fine di rendere costruttivo l’esito dell’incontro.
Noi pensiamo che le priorità dell’Abruzzo aquilano siano altre, e non certamente l’aeroporto, per il quale siamo già una comunità fortunata potendo scegliere tra ben tre diverse soluzioni ad una distanza di appena un’ora e trenta.
Viste le provocazioni e le insistenze dell’amministrazione non vorremmo dar ragione a coloro che dicono che si chiama aeroporto ma invece si legge area fiera, area polivalente, e/o centro commerciale, o, peggio, a coloro che sostengono che artatamente viene utilizzato per nascondere argomenti molto seri come quello della ricostruzione.
Giova ricordare che a più riprese e già nel comunicato del 18 ottobre 2013 ci siamo espressi contro le “nanotecnologie applicate agli enti in Abruzzo” in riferimento all’aeroporto dell’Aquila, alla ventilata apertura di una facoltà di agraria ad Avezzano in collaborazione con quella di Teramo e alle plurime unioni dei comuni, in particolare in Valle Peligna, che in Abruzzo dovrebbero sostituire le vecchie e desuete comunità montane.
*presidente di Confindustria L’Aquila