L’AQUILA – Contro l’annunciato pugno di ferro da parte dell’amministrazione comunale dell’Aquila che intende abbattere i manufatti costruiti da privati cittadini a seguito del post sisma, nasce il Comitato 58, presieduto da Antonio Fiore. “Le casette realizzate in via provvisoria, dopo il terremoto, anche su terreni non edificabili – aveva annunciato il sindaco qualche giorno fa – vanno rimosse o demolite nel momento in cui viene riparata e quindi torna disponibile, l’abitazione principale”.
“Quando lei parla di abusivismo, di casette scrive Antonio Fiore in una lettera aperta indirizzata al sindaco Massimo Cialente – forse dimentica che l’ordinanza 58 del 2009 e’ stata fatta per evitare la fuga di parte dei suoi concittadini verso altri comuni e che nello stesso tempo alleggeriva la responsabilita’ del comune a trovar loro una sistemazione, ed imponeva inoltre di costruire nel rispetto delle norme urbanistiche, antisismiche, idrogeologiche ed antincendio. Norme che oltre a comportare dei costi aggiuntivi (non indifferenti) per il cittadino, rendevano di fatto i manufatti abitabili e antisismici certificati.
Questi costi sono stati affrontati da cittadini aquilani i quali, non gravando assolutamente sulle casse comunali e in una situazione di totale disagio, hanno investito denaro proprio che poteva piu’ facilmente essere destinato per rimettere in piedi un’esistenza dignitosa per se’ e per i propri familiari in altre realta’ urbanistiche, scegliendo di restare in un territorio disagiato come quello aquilano. La spinta a restare – osserva Fiore – ci e’ stata data anche dal contenuto della 58 la quale al suo interno recitava che l’eventuale successiva istanza di trasformazione dei manufatti da temporanei a permanenti verra’ consentita nel rispetto dei parametri edilizi ed urbanistici e secondo le procedure tecnico amministrative. E come fatto notare all’epoca dei fatti, da voci che giravano all’interno dell’ambiente comunale, questo punto lasciava intendere chiaramente che sarebbe seguita un’eventuale sanatoria.
Quindi nel 2009 ci avete facilitati ed invogliati a costruire investendo considerevoli somme di denaro ed oggi ci definite abusivi che abitano in casette che devono essere abbattute. I nostri moduli abitativi – fa notare il presidente del Comitato 58 – sono dei veri e propri rifugi antisismici e sono un patrimonio realizzato con denaro privato che non e’ assolutamente inferiore al denaro pubblico utilizzato per realizzare abitazioni come progetto C.A.S.E., MAP, chiese, auditori etc…Adesso il comune scarica su di noi le proprie inadempienze, quando ci parla di abusivismo, zone alluvionali e quant’altro, dato che dovevate essere voi a visionare i progetti e garantire la corretta ubicazione dei suddetti manufatti.
Oggi – attacca Fiore – ci sentiamo imbrogliati dal nostro comune di appartenenza, e la conseguenza di un’ eventuale azione di forza da parte delle istituzioni nei nostri confronti, toglie fiducia in voi e ci pone di nuovo di fronte alla eventualita’ di fuggire da questa citta’ che a tutt’oggi non offre nulla dal punto di vista della qualita’ della vita. Sono pero’ convinto che pur essendo terminata l’emergenza abitativa, non e’ di certo finita l’emergenza sismica legata al territorio e – conclude la lettera aperta – confido che lei possa di certo trovare gli strumenti atti a salvaguardare il suddetto patrimonio antisismico privato”.