L’AQUILA – L’ex Ospedale neuropsichiatrico Santa Maria di Collemaggio riveste un’importanza vitale per l’intera città dell’Aquila: costituisce un patrimonio architettonico, storico e culturale che va assolutamente tutelato e valorizzato.
Il dibattito, mai sopito, sulle sue sorti è riacceso, in questi giorni, dalla collaborazione della ASL1 dell’Aquila, Avezzano e Sulmona con il laboratorio di Bio-architettura di Bolzano, che si avvarrà a sua volta della collaborazione del Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale dell’Università di Bologna, per uno studio gratuito sul futuro dell’intera area.
Il pericolo di una sciagurata s/vendita aleggia su Collemaggio e sull’intera comunità già dal 2007, quando la legge finanziaria regionale dava il via alla vendita degli immobili della ASL, per ripianare il deficit della sanità regionale, individuando, fra le altre, l’area di Collemaggio quale patrimonio disponibile per l’alienazione, anche se con i vincoli delle disposizioni normative che obbligano a destinare i proventi della vendita alla tutela della salute mentale.
Centinaia di cittadini dettero vita al “Comitato di difesa di Collemaggio”, attivandosi con una raccolta di firme, tesa a scongiurare quella che apparve subito essere una grande operazione immobiliare. Domandavano, i cittadini, perché mai la comunità fosse chiamata a sacrificare un bene pubblico per risanare i debiti generati dalla mala gestione amministrativa.
Ricordiamo che, nel 2006, la Giunta Regionale aveva assegnato alla ASL 4,4 milioni di euro, da utilizzare per spese di investimento, di cui ben 3,6 per il recupero e la riqualificazione dell’area di Collemaggio. Ben presto tale somma fu ridotta di circa 2,8 milioni, in quanto si affermò fossero già stati utilizzati nel corso del 2005, per la manutenzione dei fabbricati e delle apparecchiature. Eppure una successiva ricognizione effettuata dall’Assessorato alla Sanità dimostrò che importanti risorse non erano state utilizzate negli anni precedenti e che addirittura erano disponibili ben 24 milioni di euro, per la realizzazione di ulteriori opere. Mai la ASL ha tentato di recuperare tali somme.
Il terremoto del 2009 non ha interrotto il dibattito sul futuro di Collemaggio, anzi, lo ha visto crescere nella nuova consapevolezza che il grande patrimonio edilizio e naturalistico rappresenta non solo un patrimonio per l’intera città, tramandato dalle generazioni passate, ma anche un determinante contesto urbanistico, per il rilancio strategico, nella prospettiva di quella rinascita civica oggi assolutamente indispensabile per l’intera comunità. A parole, tutte le Istituzioni sembrano voler andare nella direzione di una riqualificazione dell’area. Il Direttore Generale della ASL, Giancarlo Silveri, lascia intendere che spetterà al Comune dell’Aquila deciderne la destinazione. Il Sindaco Cialente, che già nel corso del suo primo mandato diceva di considerare l’area di interesse prioritario, ribadendo il medesimo intento per il suo secondo mandato, la inserisce nella riperimetrazione del centro storico e nel piano strategico del 2012, tra i progetti di iniziativa pubblica. Alla scheda n. 4 del suddetto piano strategico indica l’area di Collemaggio quale opera pubblica di rilevanza strategica, con tema prioritario il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico sottoutilizzato attraverso l’inserimento di funzioni di rilevanza urbana, con particolare attenzione alle attività culturali e di ricerca, servizi e verde pubblico in continuità funzionale con l’area verde del Parco del Sole per la realizzazione del grande parco pubblico nella zona est della città.
Tutte le istituzioni e i rappresentanti politici, trasversalmente, sembrano essere d’accordo nel mantenere l’area pubblica e nel procedere ad una sua veloce riqualificazione. Nei fatti, purtroppo, non è così : dal terremoto non è stato effettuato alcun tipo di intervento, fatta eccezione di due soli fabbricati, classificati A, sui quali si è intervenuto, per altro, in maniera parziale. L’area, sulla quale insistono 30 edifici, costituisce uno dei primi esempi in Italia di uso del cemento armato. Le sue arre verdi sono uno dei pochi esempi di giardino all’italiana, rimasto pressoché intatto. Il tutto nell’abbandono totale, se non fosse per l’esperienza di un gruppo di giovani che stanno meritoriamente dando vita ad una porzione del parco, per altro, anche denunciati e condannati.
Gravissima e preoccupante la dichiarazione, in conferenza stampa di qualche giorno fa, nel corso della quale il manager Silveri afferma che il complesso di Collemaggio sarà destinato al mercato, equiparandolo agli altri beni a disposizione del Servizio sanitario Nazionale, non utilizzati o non utilizzabili a scopo sanitario.
E’ questo un ulteriore motivo per mantenere alta l’attenzione dell’intera cittadinanza sul tema di Collemaggio e per richiamare alle loro responsabilità tutte le Istituzioni coinvolte. La loro unica volontà deve essere quella di restituire alla collettività l’intera area di Collemaggio, abbandonando ogni velleità di alienazione di un luogo che, con buone probabilità, si sta mantenendo “non utilizzato o utilizzabile a scopo sanitario” per poterlo quindi immettere sul mercato immobiliare, quando, invece, il vincolo sanitario è nel DNA del complesso di Collemaggio.
L’assemblea cittadina dell’Aquila intende avviare un percorso di sensibilizzazione della cittadinanza sul tema di Collemaggio, attivando processi partecipativi che partano dalla conoscenza e dalla consapevolezza della portata del problema, per giungere alla possibilità di intervenire proficuamente, in termini di collettività, sulle scelte che verranno operate delle Istituzioni.
Assemblea cittadina dell’Aquila