La storia che racconta Federico Antonelli, titolare dell’omonima azienda aquilana, fa parte di una raccolta di cui gli imprenditori aquilani sono ormai gli autori e il Consorzio del Nucleo Industriale dell’Aquila l’attore protagonista. Sullo sfondo – che c’è sempre nelle recensioni dei libri – l’ambiente di una burocrazia che tutela i suoi diritti e malversa le imprese.
La vicenda la racconta in breve Antonelli, mettendo nero su bianco fatti che circostanzia con date e numeri
“Dieci anni fa feci decisi di costruire a Sassa il capannone presso il quale lavoro con la mia ditta individuale: per questo nel 2004 feci la domanda di assegnazione di un lotto al Consorzio per lo Sviluppo Industriale e dopo 2 anni mi venne assegnato, pagai i diritti e le spese di istruttoria per un totale di circa 5.800,00 euro. Per accelerare i tempi e iniziare a lavorare prima inoltrai la richiesta di acquisto al legittimo proprietario, la Curia dell’Aquila, offrendo 13 euro al mq come da valore di mercato: la Curia di tutta risposta me ne chiese 43. A quel punto feci presente al consorzio che la cifra richiestami dalla Curia era spropositata e così ebbe luogo il solito esproprio e nel 2010 firmai l’atto di compravendita con il Consorzio per un ammontare di 15,60 euro a mq.”
E fin qui tutto “regolare” perché sappiamo che il Consorzio non è proprietario dei terreni, cosa della quale gli imprenditori si lamentano da anni ma che sembra una questione destinata a perpetuarsi per sempre, nonostante la politica da vent’anni promette di cambiare sistema. Dunque nel 2011 Antonelli finisce i lavori e inizia l’attività: e fin qui sono trascorsi “solo” 7 anni. Quelli della disgrazia, perché l’istituto Diocesano ricorre contro l’esproprio alla Corte d’Appello e chiede 95 euro al mq: 6 volte di più, “alla faccia della carità cristiana!”, pensa e dice Antonelli. Il Papa Francesco ha detto la cosa perfetta: “Se denaro è idolo non c’è equità”. Lui è Papa e gesuita non a caso e sa quello che dice. Basta conoscere il significato delle parole.
Così la Corte d’Appello, che superstiziosa non è, un anno dopo incarica un CTU e stabilisce con sentenza di settembre 2013, che il valore dei terreni confinanti e limitrofi a quelli in questione hanno un valore di 17 euro al mq compresa Iva. Intanto il ricorso della curia va avanti e “proprio in questo mese la corte d’appello manda un altro C.T.U. per eseguire una nuova perizia sui terreni confinanti a quelli già periziati prosegue Antonelli – e questa volta l’incarico viene affidato all’ex Presidente dell’Ordine degli Ingegneri dell’Aquila Ing. Paolo De Santis”.
“Intanto fino ad ora sono trascorsi quasi 10 anni – tuona l’Antonelli – ho speso tanti soldi per l’acquisto del terreno e per gli oneri pagati al consorzio; ho assunto 3 persone; ho sostenuto almeno 2,5mila euro di spese legali – pure poco grazie al fatto che mi assiste un amico – e non so cosa mi aspetta. Non si può lavorare in una situazione in cui non esistono diritti certi ma solo la certezza di non averne, è una situazione da terzomondisti. Ora siamo nelle mani del nuovo Perito del tribunale: spero che faccia una perizia tenendo conto di quella precedente e delle foto del terreno in questione, da dove si evince che quando comprai il terreno era di scarso valore anche sotto il profilo agricolo.
Dallo scorso anno, abbiamo cercato un confronto con la Curia aquilana per risolvere in maniera bonaria il contenzioso, ma non hanno voluto riceverci perché dicono che sono due cose ben distinte, rispetto all’Istituto per il sostentamento del clero e la chiesa. Un comportamento che è giusto il contrario di quello che assume il Papa”.
Antonelli a questo punto non lesina in conclusioni e riflessioni. “Riflettiamo sulle parole del Papa. Che cosa possiamo dire di fronte al gravissimo problema della disoccupazione che interessa diversi Paesi europei? E’ la conseguenza di un sistema economico che ‘non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro!’, lo ha detto Bergoglio.
Chiedo che i diversi soggetti politici, sociali ed economici siano (ri)chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà, che assicuri a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa. ‘Il lavoro è un bene di tutti – ha rimarcato Papa Francesco – che deve essere disponibile per tutti’. Ma alla curia dell’Aquila sono sordi e fanno finta di non sentire!”
Di seguito, la specifica inviataci da Federico Antonelli.
2004 Richiesta assegnazione lotto al Consorzio per lo sviluppo industriale
2006 Viene assegnato il lotto e pagati al consorzio €. 4.605,00 per diritti di assegnazione e €. 1.200,00 per spese di istruttoria
2007 Richiesta d’acquisto da parte dell’assegnatario alla Curia, offrendo €. 13,00 al mq. ma la Curia risponde che ne vuole €. 43,00 al mq.
2008 L’assegnatario fa richiesta d’esproprio al consorzio.
Febbraio 2009 Ritirato al Comune di L’AQUILA il Permesso a Costruire.
Ottobre 2009 Il consorzio espropria il terreno all’Istituto Diocesano.
Gennaio 2010. Atto di compravendita del terreno tra il Consorzio e l’assegnatario a €.
15,60 al mq. IVA inclusa. Dopo due mesi inizio lavori per la realizzazione del capannone.
Ottobre 2011 Fine dei lavori e inizio attività.
Ottobre 2012. L’Istituto diocesano ricorre alla corte d’appello di L’AQUILA chiedendo la bellezza di €. 95,00/mq. oltre interessi legali. (alla faccia della carità cristiana)
Il 3/9/2013 La corte d’appello dell’Aquila con sentenza n° 815/2013 stabilisce che il valore dei terreni confinanti e limitrofi hanno un valore di €. 17,00 al mq. IVA compresa.
A marzo 2013, la corte d’appello manda come C.T.U. l’Ing. Paolo DE SANTIS (EX PRESIDENTE DEGLI INGEGNERI DELL’AQUILA) a fare una perizia dei terreni in oggetto.
LA CURIA: “LA COSA NON E’ DI NOSTRA COMPETRENZA”
Sabato scorso papa Francesco, ricevendo alcuni operatori della comunicazione, aveva affermato: “Per me, i peccati dei media, i più grossi, sono quelli che vanno sulla strada della bugia, della menzogna, e sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione. Queste due ultime sono gravi!, ma non tanto pericolose come la prima”.
Spiace constatare che, anche nella nostra città, mentre c’è chi, come giornalista, cerca di essere sempre a servizio della verità, altri, con evidente poca professionalità, continuano ad alimentare pregiudizi, deformando la verità, e ad accusare ‘la Curia’ di innumerevoli mali.
Innanzitutto si precisa che la questione sollevata dal sig. Antonelli non rientra in alcun modo nelle competenze della Curia diocesana in quanto il terreno è di proprietà dell’Istituto Sostentamento Clero che, come accade in tutta Italia, è un ente del tutto autonomo rispetto alla Curia aquilana. E’ da chiarire che un Istituto del Clero ha come scopo quello di garantire il sostentamento ai sacerdoti con le rendite degli immobili (per lo più terreni ) un tempo appartenuti alle varie parrocchie.
Inoltre si precisa che l’Istituto, pur rivendicando la giusta valutazione del terreno in questione come è suo diritto, ha cercato di venire incontro alle richieste dell’imprenditore in ogni modo. L’Istituto, infatti, ha deciso di attenersi alla perizia che sarà elaborata dal C.T.U. nominato dal Tribunale dopo il ricorso in Corte d’Appello.
Spiace prendere atto che il tanto lavoro svolto dall’Istituto, nel silenzio e nella discrezione assoluta, in favore di tanti imprenditori e Istituzioni venga vanificato in questo modo.
Oltre a constatare che per l’ennesima volta si è voluta infangare la reputazione della Chiesa aquilana, ci si chiede a cosa possa giovare questa ulteriore e sterile polemica.
La nostra città ha bisogno di coesione e si ritiene che, alimentando veleni e polemiche, non si fa altro che ostacolare e rallentare il processo di ricostruzione.
L’auspicio è che tutti, compresi alcuni mezzi di informazione, abbiano a cuore sempre la verità e il bene della città e quindi anche delle sue Istituzioni.