L’AQUILA – Cantieri a macchia di leopardo, quasi tutti relativi a palazzi storici, gentilizi e chiese comunque sottoposti a vincoli, puntellamenti a iosa – per centinaia di migliaia di euro – che sembrano sorreggere fortezze. Qua e la’ qualche stabile “incartato” per evitare che le polveri delle demolizioni si disperdano nell’ambiente. E poi, girando, caterve di calcinacci, case sbriciolate e ancora transenne e divieti che delimitano le cosiddette ‘zone rosse’, quelle rimaste inaccessibili. A nessuno, perche’ il rischio crollo ancora c’e’. A cinque anni dal sisma del sei aprile 2009 (magnitudo 6.3) il centro storico dell’Aquila e’ interessato da interventi che non superano il 20% della ricostruzione.

Le ferite inferte dal terremoto delle 3 e 32 a case, monumenti, edifici pubblici e privati ma anche ad attivita’ produttive, sono ancora evidenti. Se nel centro storico, stando a fonti dell’Ance i cantieri attivi sono circa 200, va meglio nelle periferie dove se ne contano almeno 1.500. Ma l’andamento continua ad essere lento. Domani, per ricordare le 309 vittime, a L’Aquila sara’ lutto cittadino. In serata si ripetera’ la mesta Fiaccolata della Memoria che da via XX Settembre, dopo una sosta davanti alla Casa dello Studente sotto le cui macerie morirono otto giovani, raggiungera’ piazza Duomo. E’ qui, intorno a mezzanotte e trenta, che saranno ricordati uno per uno, i nomi di tutte le vittime.

Poi, alle 3.32, iniziera’ la serie dei 309 rintocchi che, con il linguaggio della campana della chiesa del Suffragio, scandiranno nel silenzio assoluto il ricordo dei morti. “Lo stato e’ vicino a L’Aquila e non l’abbandona”, aveva detto mercoledi’ il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenuto all’inaugurazione del Salone della Ricostruzione. E prima di lui il ministro per i Beni culturali, in una sua visita in citta’, aveva assicurato che il centro storico sarebbe stato recuperato interamente nell’arco di cinque anni. E, intanto, il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, che dal premier Renzi ha avuto la delega alla Ricostruzione, ha assicurato il suo impegno affinche’ venga reperito un miliardo l’anno, fino al 2020, per portare a termine tutti gli interventi edilizi, in citta’ come nei 56 Comuni del cosiddetto ‘cratere sismico’ dove l’ufficio speciale ha finanziato, per ora, 27 progetti esecutivi per 1 miliardo e 800 milioni.

Ammontano, invece, a circa 13 miliardi i fondi impiegati nella ricostruzione dal 2009 ad oggi. Nei progetti Case, divenuti ormai fatiscenti perche’ privi della benche’ minima manutenzione, vivono ancora 11.670 persone mentre sono 2.461 quelli che dimorano nei Map (moduli abitativi ad uso provvisorio) e 189 negli appartamenti del fondo immobiliare. Infine, a percepire il contributo di autonoma sistemazione sono in 4.540. I dati sono aggiornati al 3 aprile. Ma come si vive a L’Aquila a distanza di 5 anni dal sisma?.

Un sondaggio fatto realizzare dal Comune evidenzia che il 78% della popolazione ha detto che si vive male, il 63% che la situazione e’ peggiorata rispetto a un anno fa, e solo il 37% si e’ detto fiducioso che le cose migliorino il prossimo anno. Perche’ la gente sta male?. Il sindaco Massimo Cialente lo ha spiegato ieri intervenendo a “Prima di tutto”, Radio 1: “Sta male – ha risposto – fin quando manchera’ il centro storico, il cuore della citta’, un luogo identificativo per una comunita’.

Quindi – ha osservato – e’ chiaro che manca l’identita’ delle persone, che si crea solo nei luoghi condivisi, collettivi, in cui ognuno di noi ha un ruolo sociale”. E per il quinto anniversario del sisma nell’Udienza generale di mercoledi’ scorso ci sono state anche le parole di conforto del Papa. “Mi unisco alla preghiera per le numerose vittime e affido alla protezione della Madonna di Roio (santuario aquilano, ndr) quanti ancora vivono nel disagio”. E ai terremotati che assiepavano piazza San Pietro Bergoglio, alla fine, ha regalato una citazione in dialetto aquilano: “Jemo ‘nnanzi”, che significa ‘andiamo avanti’. In citta’ e’ nato da tempo un gruppo denominato con la stessa dizione che vuole essere parte attiva della rinascita del territorio affinche’ L’Aquila torni a volare. Ed e’ con questo auspicio che il Sommo Pontefice ha pronunciato quella frase ricevendo, poi, in dono dall’associazione una maglietta nera e verde – i colori del capoluogo – con alle spalle la scritta Papa France’.

6/4/2009 – 6/4/2014, SI PREGHERA’ IN TUTTE LE CHIESE PER LE VITTIME DEL TERREMOTO

Domenica 6 aprile, quinto anniversario della triste ricorrenza del terremoto aquilano, in tutte le chiese della diocesi si pregherà, durante la liturgia domenicale, per le vittime del terremoto.
Il programma diocesano, che si svolgerà interamente nella chiesa di S. Maria del Suffragio in Piazza Duomo, proposto per raccogliere la comunità nella comunione della preghiera per quanti hanno perso la vita in quella tragica notte e per la consolazione dei loro familiari, per quanti ancora oggi vivono condizioni di precarietà, per le speranze di futuro dei giovani aquilani e per la ricostruzione dei centri storici della città e dei suoi territori, vede una serie di celebrazioni pensate per dare continuità alla comune preghiera della giornata.

Perciò dopo l’arrivo in Piazza della Fiaccolata della Memoria e la lettura dei nomi delle 309 vittime, circa mezz’ora dopo la mezzanotte del 5 aprile inizierà, nella Chiesa di S. Maria del Suffragio, la Concelebrazione Eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Giuseppe PETROCCHI in suffragio delle 309 vittime del terremoto, con la lettura dei nomi durante la Preghiera Eucaristica. La liturgia sarà animata dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile.
Al termine inizierà la Veglia di Preghiera “Aspettando le 3,32”, presieduta dal Vescovo Ausiliare Mons. Giovanni D’ERCOLE e animata dal Gruppo dei Giovani della Tendopoli di S. Gabriele, presente a L’Aquila nella Parrocchia di S. Giovanni Battista in Pile.

Alle ore 3,32 del 6 aprile inizierà la serie dei 309 rintocchi che, con il linguaggio della campana, scandiranno nel silenzio assoluto il ricordo di tutte le vittime.
Nella mattinata di domenica 6 aprile, sempre nella chiesa del Suffragio in Piazza Duomo, alle ore 10,00, avrà inizio la prima messa del giorno che, presieduta dal Vescovo ausiliare Mons. Giovanni D’ERCOLE e animata dal Coro della Basilica di Collemaggio, sarà trasmessa in diretta nazionale su Rete 4, rinnovando la comunione con quanti, attraverso il collegamento televisivo, si uniranno da ogni parte alla celebrazione della V domenica di Quaresima condividendo la preghiera dei fedeli aquilani, i quali, in un giorno così significativo, ritroveranno lo sguardo, il cuore e la preghiera di tanti connazionali su questa città.

La celebrazione delle ore 11,30 sarà presieduta dall’Arcivescovo Emerito Mons. Giuseppe Molinari, con l’accompagnamento della Corale Santa Maria di Bagno.
Al pomeriggio alle 15 l’Arcivescovo parteciperà al Convegno della Fondazione 6 aprile per la vita alle ore 17,30 l’Arcivescovo Metropolita Mons. Giuseppe Petrocchi chiuderà le celebrazioni religiose con la santa Messa, concelebrata dai sacerdoti della diocesi, con la lettura dei 309 nomi durante la consacrazione.

Al termine della liturgia, accompagnata dal Coro Diocesano, l’Arcivescovo PETROCCHI, incontrerà, presso il Tendone di Piazza Duomo, i familiari delle vittime che saranno presenti intrattenendosi per qualche tempo con loro per una più diretta conoscenza e per manifestare la propria sentita e paterna vicinanza.
Tutte le celebrazioni, attraverso il mega schermo fatto allestire dal Comune di L’Aquila all’esterno della chiesa, e le riprese offerte dall’emittente locale LaqTV, potranno essere partecipate anche dalla Piazza da quanti non riusciranno ad entrare a causa degli spazi fruibili molto ridotti.

Si raccomanda, vivamente, a coloro che vorranno partecipare alla Messa delle ore 10,00, per le esigenze tecniche della ripresa televisiva, di trovarsi in chiesa entro le ore 9,45.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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