L’AQUILA – Palazzo Carli, sede cinquecentesca del rettorato, devastata dal sisma del 2009, ristrutturata con le più avanzate e non invasive tecnologie; il progetto Unitario di via XX Settembre, che prevede una rivoluzione urbanistica e smart rispetto al quartiere che era prima del terremoto.
Sono solo due esempi di buone pratiche tra quelle che il Laboratorio urbano permanente della sostenibilità potrà moltiplicare ed estendere nel corso della ricostruzione post-sismica aquilana.
Nato su iniziativa del Polo di innovazione dell’edilizia sostenibile della Regione Abruzzo, il Laboratorio ha avviato il suo percorso con un seminario nell’ambito del 4° Salone della ricostruzione, con l’obiettivo di mettere insieme imprese, università, centri di ricerca, progettisti e urbanisti, istituzioni e cittadini, operatori culturali.
“Un luogo informale aperto e stimolante – ha spiegato Paolo Tella, consigliere del Polo Innovazione edilizia dell’Aquila, – cui condividere esperienze e modelli di intervento per una ricostruzione ecologica e sicura, con la sostenibilità come linea guida di tutti i ragionamenti: scegliere oggi pensando a come favorire il miglioramento della qualità della vita delle generazioni future”.
La ricostruzione smart di Palazzo Carli può esserne un esempio. Entra nel merito Dante Galeota, docente della facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila:
“Il terremoto ha danneggiato severamente il palazzo. I costi di ripristino sono elevati e non ci sono fondi: l’idea è allora di aggregare lì varie istituzioni, restaurare l’edificio e renderlo una struttura utile alla città. Potrebbe per esempio diventare un polo museale o un centro per conferenze o mostre”.
E aggiunge: “A L’Aquila dal 2009 già sperimentano le più avanzate tecnologie per rendere sismicamente sicuri ed energeticamente sostenibili anche gli edifici antichi in muratura. Un esempio sono le reti di basalto utilizzate nella ricostruzione della scuola De Amicis, o la tecnica del reticolatus con cui si metterà in sicurezza sismica la torre civica di palazzo Margherita, che sarà irretita con una trama di cavi di acciaio sottilissimi collocati tra i blocchi di pietra e resi poi invisibili dalla malta. L’operazione di restauro su Palazzo Carli – conclude – potrebbe quindi essere un laboratorio, per sperimentare e applicare le molte tecnologie a disposizione, poco invasive e reversibili, che non stravolgono l’impianto edilizio degli edifici vincolati dalla Soprintendenza, e li rendono più sicuri”.
Del progetto pilota che interessa un isolato devastato dal sisma lungo via XX settembre hanno parlato invece i due giovani architetti aquilani Maura Scarcella e Luca Carosi.
” In questa area di cerniera tra periferia e centro storico abbiamo ideato senza costi aggiuntivi rispetto ai contributi già concessi ai privati , un progetto urbano di totale riqualificazione, che interessa due palazzi con 54 appartamenti, e l’ex palazzo dell’Anas. Il nuovo quartiere si svilupperà intorno ad una piazza che prima non c’era, con tanto verde, luoghi di incontro, tetti giardino, lame d’acqua, giochi per bambini e luoghi di incontro e socializzazione, nuovi locali commerciali. Gli edifici saranno ricostruiti ex-novo, a massima sicurezza sismica, in classe energetica A, grazie a pareti ventilate e cappotti termici, vetrate termiche basso-emissive. Dotati pannelli solare-termici e fotovoltaici. Meglio inseriti nello sky line della città. Il tutto con il consenso e la partecipazione dei proprietari, disposti ad aspettare tempi più lunghi, pur di non rifare tutto com’era e dov’era.”
Il professor Walter Cavalieri, dell’associazione Policentrica, ha poi sottolineato l’importanza della partecipazione dei cittadini nella progettazione della città che verrà:
“Per una buona ricostruzione serve il pensiero critico, la possibilità di falsificare gli asserti e le convinzioni considerate al riparo da ogni dubbio. Come ha insegnato il filosofo Karl Popper, è solo con l’esercizio della critica che può fare progressi la scienza e la democrazia e che si possono prendere le decisioni relativamente migliori. A L’Aquila occorrono dunque nuove esperienze per favorire la partecipazione; il Laboratorio urbano ne è un esempio, accanto alla proposta avanzata da Policentrica di un Urban Center, dove le scelte edilizie ed urbanistiche vengano condivise con i cittadini prima che i giochi siano fatti.”
Giuseppe Cetrullo, presidente di Abruzzo Sviluppo, ha poi allargato lo sguardo alla grande potenzialità che il modello dei Poli di innovazione, in primis quello dell’edilizia sostenibile, possono giocare per la crescita economica dell’intera Regione:
“In Abruzzo da quattro anni a questa parte è in corso una rivoluzione: i fondi europei non vengono più erogati per interventi estemporanei, ma per favorire la crescita dei Poli e delle reti di Impresa. Oggi abbiamo 14 Poli innovazioni, in tutti i settori della nostra economia, tra i più importanti, con le sue 70 aziende, le tre università e i centri di ricerca coinvolti, c’è senz’altro il Polo di innovazione dell’edilizia sostenibile. Sono comunque circa 1500 le piccolissime imprese che si sono messe in rete, moltiplicando la loro competitività.
L’Abruzzo per numero di reti e poli creati è tra le regioni prime in Italia, un modello che sta facendo scuola. In futuro vogliamo lavorare all’aggregazione dei poli tra loro. Con l’obiettivo di creare competenze, prodotti, professionalità ed eccellenze da esportare nel mondo”.
“Il laboratorio urbano permanente per la sostenibilità – conclude Domenico Tronca, presidente del polo di innovazione dell’edilizia sostenibile – nasce con l’intento di proporsi come un luogo super partes, dove non prevalga l’interesse egoistico, ma la partecipazione. Il mercato edile in Abruzzo – ha aggiunto – vive un momento di profonda trasformazione, deve reinventarsi, puntare sulla sostenibilità e il recupero dell’esistente, per questo la ricostruzione post-sismica è un occasione irripetibile”
Hanno reso parte al seminario e saranno tra gli attori del lungo percorso del Laboratorio anche l’assessore comunale Alfredo Moroni, Mauro Chilante, CNR-ITC dell’Aquila, Ezio Rainaldi, di Confinduistria, Giancarlo Gentilucci, Teatro Nobel per la Pace, Sara Vegni, Action Aid; Sante Anchille dell’Ordine degli Ingegneri per illustrare la velocità di evoluzione della cultura della progettazione facendo riferimenti allo sviluppo dell’integrazione tra progettisti utilizzando il web, e Martina Cufari con Antonio Ortensi per illustrare il BIM: modello di progettazione integrata su piattaforma condivisa, modello utilizzato da molte amministrazioni pubbliche in tutto il mondo.
Infine l’invito di Paolo Tella, ad iscriversi alla mailing list ed a prendere contatti con il Polo perché il Laboratorio presentato oggi continuerà il suo lavoro attraverso futuri incontri di approfondimento che origineranno una serie di pubblicazioni e, soprattutto, progetti di intervento condivisi sia sociali e culturali che edilizia sostenibile.