L’AQUILA – “Il modello della ricostruzione del centrosinistra è un fallimento”.
E’ questo, in sintesi, il pensiero del candidato di Forza Italia Antonio Morgante per il quale il modello “ha funzionato solo per le assunzioni del personale e sul controllo di chi deve fare cosa, con la benedizione del Pd nazionale”.
LA NOTA COMPLETA
‘Fuori tutti ci pensiamo noi’ è la parola d’ordine delle giunte civiche di centrosinistra in materia di ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.
Un modello fallimentare che ha funzionato solo per le assunzioni del personale e sul controllo di chi deve fare cosa, con la benedizione del Pd nazionale.
Non è un caso che la ricostruzione pubblica aquilana mostri un affanno pericoloso: i quaranta milioni per le scuole dell’Aquila ne sono un esempio drammatico. A cinque anni dal sisma ancora non si muove una pietra e, andando avanti così, gli studenti saranno costretti a rimanere nei MUSP ancora per anni.
Stesso discorso per la ricostruzione economica e sociale. Tutto fermo.
Chiunque non rientra nelle grazie del trio del Pd aquilano è un nemico: Berlusconi, Bertolaso, Chiodi, Barca, Trigilia.
Berlusconi viene 30 volte all’Aquila è un nemico, Renzi preferisce i mobili al quinto anniversario del terremoto ed è un segnale di vicinanza ai problemi della ricostruzione!
Quella che poteva essere una grossa occasione, in un momento di congiuntura internazionale difficile, si sta rivelando un fallimento delle classi dirigenti ‘progressiste’ aquilane, imbrigliate in una burocrazia e in una incapacità tecnica che i cittadini del Capoluogo d’Abruzzo non meritano.
La ricostruzione privata, che comincia a partire, gode invece delle azioni di programmazione del periodo in cui Chiodi era commissario e dei fondi stanziati dal governo Berlusconi.
Dai governi di centrosinistra non è arrivato neanche un euro.
Se si volge lo sguardo ad altri centri amministrati sempre da giunte di centrosinistra la situazione peggiora. Basti guardare a Sulmona, dove tutto è fermo al 6 aprile 2009.
Oppure ad Avezzano ove, nonostante la giunta Floris e il Presidente della Regione Chiodi avessero destinato alla città oltre 17 milioni di euro per le scuole cittadine, a 60 mesi dal sisma ancora non vengo terminate le progettazioni.