Appuntamento da non perdere quello con I Solisti Aquilani, in cartellone il 16 aprile. Si tratta dell’ormai tradizionale Concerto di Pasqua, che l’Associazione dedica alla città, in un momento ancora difficile per tutti, in segno di solidarietà e di speranza. Di grande suggestione il programma proposto che si snoda lungo le partiture di musica sacra.
Sul podio il Maestro Vittorio Antonellini, affiancato, oltre che dall’ensemble dei Solisti, dalla Corale Gran Sasso – uno dei cori più antichi d’Abruzzo, fondato nel 1951 dal Maestro Paolo Mantini – diretta da Carlo Mantini, da Rita Alloggia, soprano e da Federica Carnevale, contralto. Il concerto si apre con Crisantemi, elegia per quartetto d’archi. Si tratta di una delle poche pagine di musica da camera composte da Giacomo Puccini.Questa pagina breve e poco conosciuta, scritta nel 1890 in una sola notte, è dedicata alla memoria di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta. Lo svolgimento è in forma ternaria: l’episodio principale, denso di empito lirico, si alterna a un tema più quieto e l’atmosfera è sempre di profonda mestizia. I due temi, tre anni più tardi, vengono ripresi da Puccini nell’ultimo atto della Manon Lescaut. Crisantemi, eseguito per la prima volta il 26 gennaio 1890 al Conservatorio di Milano dal quartetto Campanari, riscuote immediatamente un tale successo da dover essere ripetuto più volte. A seguire si ascolterà la Parafrasi del Christus, una coinvolgente cantata per soprano, contralto e archi composta da Donizatti nel 1829 e rivista nel 1844 in uno stile che ricorda i grandi maestri classici e l’Ave Maria scritta per lo stesso organico. E’ poi la volta di Ave Verum Corpus K 618 di Wolfgang Amadeus Mozart, scritta in Re maggiore e basata sul testo eucaristico omonimo del XIV secolo. Quella di Mozart è di gran lunga la composizione più celebre basata su questo testo. Si tratta di un mottetto per coro misto, orchestra e organo, composto dall’autore salisburghese a Baden, nei pressi di Vienna, fra il 17 e il 18 luglio del 1791. L’opera è dedicata all’amico Anton Stoll, Kapellmeister della chiesa parrocchiale di Baden. Nata per l’occasione della solennità del Corpus Domini, viene considerata uno dei momenti più alti del genio mozartiano. Pëtr Il’ič Čajkovskij rielaborò questo celebre mottetto nella preghiera che costituisce il terzo movimento della Suite n. 4, op. 61, nota – non a caso – come Mozartiana. Il concerto si conclude sulle note del Gloria in re maggiore di Vivaldi. Come la maggior parte della sua musica sacra, è stato scritto per le orfanelle del Conservatorio della Pietà. In questa partitura non sono previste voci maschili naturali, pertanto le ragazze cantavano tutte le parti, compreso il registro di basso che, molto probabilmente, era trattato un’ottava più alta. Lo snello incipit è d’immediata impronta vivaldiana con oboe e tromba a sostegno delle voci; il discorso musicale si snoda con un sapiente gioco di contrasti tra voci strumenti e alternanza dei tempi. Notevole è il lirismo espresso nel “Domine Deus” che impegna soprano e oboe, da sottolineare anche la doppia fuga finale.
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