L’AQUILA – Inaccettabile per la comunità aquilana lo scempio apparso già dalla serata del 12 maggio nei pressi del campo sportivo dell’Oratorio. Da vari mesi ormai, in qualità di Consigliere del Comune dell’Aquila, di ex giocatore della Società Calcistica dell’Oratoriana, e di rappresentante di una intera generazione profondamente legata alle gesta di quel luogo di incontro, socialità e crescita, non solo sportiva, mi sono personalmente interessato alle vicissitudini legate alle sorti della struttura sportiva in oggetto, sorti, ahimè, fin da principio apparse non chiare e rassicuranti per quanti, come me, su quel campo hanno lasciato un pezzo di cuore, un retaggio della propria adolescenza.
Attaccamento di per sé forte ed intenso, ma ancor più avvertito, ove possibile, all’indomani del sisma del 6 aprile che, come purtroppo verificatosi per tanti altri luoghi che mi permetto di definire “dell’identità aquilana”, ne ha causato ferite gravi al punto da invalidarne per tutti questi anni la regolare fruibilità. Come accennato il sentore di manovre e strategie di dubbia chiarezza relative alla ricostruzione del campo dell’Oratorio sono state da me palesate alle persone direttamente coinvolte immediatamente dopo la tanto celebrata “inaugurazione a metà” del sito, evento che ebbe luogo nell’ottobre 2013.
Ristrutturazione definita “dolceamara” proprio per il fatto che la stessa non comprendeva il recupero totale della struttura del Don Bosco, ed in particolare della palestra e del campo sportivo, ancora paralizzato dai danni del 6 aprile 2009. In occasione della riattivazione dello stabile, resa possibile in virtù di una donazione di 2 milioni e 650 mila euro provenienti dalla generosità del quotidiano Libero, Enel cuore onlus e dalla Fondazione Andrea Anselmi, è stato reso pubblico l’auspicio da parte dei Padri Salesiani di recuperare a breve anche il campo sportivo attraverso il ricorso a risorse interne della circoscrizione religiosa, oppure ad altre donazioni, sebbene nella concreta possibilità di “ripensare” la struttura, magari trasformando lo storico campo a 11 sul quale tantissimi aquilani hanno poggiato i piedi almeno una volta, in un piu’ anonimo, dozzinale e forse piu’ redditizio campo polivalente.
Un errore imperdonabile, una decisione drastica e radicale che a parer mio non dovrebbe prescindere dal parere e dalla considerazione del pensiero di tutta quella gente che con la propria presenza, con le sue esperienze, con i suoi ricordi, ha contribuito concretamente alla costruzione dell’identità di questo luogo, alla sua evoluzione negli anni, alla crescita progressiva del suo spessore umano, sportivo, sociale, di tutta quella gente che sono gli “AQUILANI”! L’Oratorio è anche nostro, un po’ di ciascuno, fermiamo questo scempio, prima che un nuovo disastro si abbatta sulla nostra società!
Gianni Padovani
Consigliere del Comune dell’Aquila (PSI)