L’AQUILA – Le ultime dichiarazioni del dott. Gabrielli, capo Dipartimento della Protezione Civile, sono solo l’ultima di una serie di messaggi verso l’appello del processo alla “Grandi Rischi”.
Il dott. Gabrielli dichiara: “La mia preoccupazione è che passi l’idea che le catastrofi naturali possano essere previste e che quindi ci si aspetti, più o meno messianicamente, che qualcuno ci dica se ci sarà un terremoto, facendo poco o nulla per la messa in sicurezza degli edifici”.
Concordiamo con il fatto che si debba investire di più e meglio per la prevenzione dai rischi sismici e idrogeologici nel nostro Paese: l’anno scorso fummo i promotori di un appello rivolto ai candidati alle elezioni politiche per inserire proprio questo punto come priorità tra le risorse da investire e pianificare negli anni. “La vera Grande Opera” che serve al Paese, dicevamo. Anche in occasione delle recenti elezioni europee la nostra candidata ha fatto di questo punto il centro del programma: svincolare a livello europeo le risorse necessarie per la messa in sicurezza dei territori. Una proposta che non poteva che venire dalla sensibilità aquilana sul tema.
Ma onesta intellettuale vorrebbe, e per chi ricopre importanti cariche istituzionali imporrebbe, di non confondere i piani della discussione.
La prevenzione nulla ha a che vedere con le “rassicurazioni disastrose” del processo “Grandi Rischi”
Infatti come nessuno si aspetta che qualcuno predica i terremoti, nessuno può rassicurare la popolazione e prevedere, più o meno messianicamente, un non-terremoto.
Questo è avvenuto all’Aquila e per questo è in corso un processo verso coloro che, a nostro parere, hanno abdicato al ruolo della scienza per le pressioni politiche ricevute da Guido Bertolaso.
Vorremmo che il processo di appello si svolgesse serenamente e senza inopportune e fuorvianti pressioni. La ricerca di giustizia e di eventuali responsabilità dovrebbe essere l’esigenza di tutti.
Inoltre responsabilmente si dovrebbe pensare che prima o poi il rapporto logorato tra un pezzo dello Stato, la Protezione Civile, e il nostro territorio andrà recuperato.
Serviranno tempo, analisi e soprattutto fatti e azioni. Continuare a voler mistificare il vero oggetto del processo, che certo non tratta della mancata previsione del sisma, va irresponsabilmente nella direzione contraria.
Appello per L’Aquila