L’AQUILA – Definitivo il non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” per Luciano D’Alfonso, neo presidente della Regione Abruzzo, nell’inchiesta della Procura di Pescara sull’urbanistica nel periodo in cui era sindaco della città adriatica.
Lo ha deciso la Cassazione. I giudici hanno dunque respinto il ricorso del pm contro il proscioglimento del neogovernatore emesso dal gip il 4 aprile 2013. Prosciolti anche gli altri indagati.
Le accuse erano, a vario titolo, corruzione e concussione per lavori concessi e promessi in cambio di favori, secondo quanto aveva sostenuto la procura, nell’ambito di accordi di programma.
Una tesi che è stata disattesa dalla Sesta sezione penale della Cassazione con il verdetto emesso dal collegio presieduto da Alfonso Di Virginio.
I fatti addebitati si riferivano a un periodo fino al 31 dicembre 2006 e riguardavano gli accordi di programma (circa una ventina) per il biennio 2006-2008 del Comune di Pescara.
Insieme a quello di D’Alfonso è divenuto definitivo anche il proscioglimento per le altre 16 persone indagate nella stessa inchiesta: Guido Dezio, Licio Di Biase, Vincendo Dogali, Giuseppe Bruno, Alfio Sciarra, Lorenzo Di Properzio, Giovanni Di Vincenzo, Michele D’Andrea, Franco Lamante, Ennio Chiavaroli, Gaetano Silveri, Nicandro Buono, Nicola Ferrara, Nicola Di Mascio, Alessandro Di Carlo e Franco Olivieri.