L’AQUILA – “Ho parlato tanto e ho chiarito. Ho risposto a quello che chiedeva il magistrato. Il parere lo deve dare l’avvocato, non sono io a poter parlare”. Lo ha detto l’ex vice commissario della ricostruzione del post-terremoto dell’Aquila, (con delega alla tutela del patrimonio culturale dell’Aquila) Luciano Marchetti, ex braccio destro di Guido Bertolaso gia’ numero uno della Protezione civile nazionale, dopo essere uscito al termine dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al pm Antonietta Picardi e al gip del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di mazzette legate agli appalati del grande patrimonio artistico e culturale dell’aquila, con particolare riferimento a quello ecclesiastico.
“Il nome dell’ingegnere – ha detto Francesco Compagno, uno dei legali di fiducia di Marchetti – emerge da diverse intercettazioni, si tratta poi di chiarire se vi sia stato un coinvolgimento dal punto di vista fattuale. Noi abbiamo cercato di spiegare che, se si esaminano i fatti e non le conversazioni, questo coinvolgimento fattuale finisce per essere profondamente sminuito fino a diventare, nella nostra prospettiva, totalmente irrilevante sul piano penale. Gia’ da oggi – ha aggiunto il legale – gli elementi forniti in interrogatorio hanno consentito di chiarire molti aspetti di questa vicenda.
Abbiamo chiesto la revoca cautelare degli arresti domiciliari, dovra’ essere valutata. Quello che l’ingegnere ha spiegato e’ che l’assegnazione della direzione dei lavori all’interno dell’ufficio non ha alcun significato per quanto accaduto dopo. Su una singola vicenda, quella della chiesa delle Anime Sante, dopo la fine dell’incarico di commissario, a Marchetti e’ stato chiesto se fosse disponibile ad assumere l’incarico di direttore dei lavori. L’ingegnere ha dato la disponibilita’, parliamo di 39 mila euro per una direzione dei lavori piuttosto importante. Chi gli e’ succeduto glielo ha chiesto. Nessuno si e’ autoassegnato incarichi”.
Parlando del filmato (realizzato dagli investigatori) in cui sarebbe saltata fuori una mazzetta nel corso di un incontro tra Marchetti e altri indagati, l’avvocato ha evidenziato che “bisogna chiarire, si sono sovrapposte due vicende distinte, una dazione di denaro che non so se si possa definire ‘mazzetta’, deve chiarirlo il diretto interessato. Sui motivi di quella dazione non posso riferire nulla, come del resto Marchetti, c’era anche una vendita di libri. I rapporti tra lui e la funzionaria della direzione regionale dei Beni culturali Alessandra Mancinelli riguardano altro, e’ un problema di interventi a convegni, ci deve essere stato un equivoco, ma va chiarito tutto prima di parlare di mazzette”.
Sempre nell’ambito degli interrogatori su presunte tangenti elargite per la ricostruzione del patrimonio ecclesiastico dell’Aquila i legali di Patrizio Cricchi, imprenditore finito ai domiciliari, hanno presentato istanza di revoca della misura al tribunale della Liberta’ dell’Aquila. Poi e’ stata la volta dell’imprenditore aquilano, Graziano Rosone, ex presidente dell’Aquila Calcio, accusato di millantato credito. Anche Rosone si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere ed analoga istanza e’ stata presentata dall’avvocato di fiducia.
Con questi interrogatori sono finiti gli indagati raggiunti dalla misura degli arresti domicliari. Sono ancora in corso gli interrogatori (dinanzi al solo pm per scelta delle difese) dell’imprenditore Massimo Vinci e della funzionaria del Mibac (ex segretaria dello stesso Marchetti), Alessandra Mancinelli.