L’AQUILA – I ‘segreti’ dell’alta neurochirurgia, praticata su casi di notevole complessità, si apprendono da uno schermo che riproduce una virtuale sala operatoria, durante un corso di formazione: lo specialista si cimenta nel test manovrando lo strumento chirurgico. Se chi partecipa è specializzando, e supera l’ardua prova pratica, acquisisce un ‘passaporto’ professionale che può schiudergli le porte della chirurgia d’eccellenza mentre, se è medico di ruolo, può puntare a obiettivi professionali più ambiziosi. All’Aquila, a quello che è ormai considerato un vero e proprio ‘laboratorio’ dove si forgiano nuovi talenti per la disciplina in Italia, debutta una novità assoluta a livello nazionale: il simulatore elettronico (3d neuro touch, la sua definizione tecnica) che, al di là delle nozioni teoriche insegnate ai partecipanti, misura nel concreto la capacità di apprendimento del neurochirurgo.
L’iniziativa, promossa dall’équipe di Neurochirurgia dell’ospedale di L’Aquila, diretta dal prof. Renato Galzio, rientra nell’ambito della 17esima edizione del corso italiano di micro neurochirurgia applicata, in programma da oggi, 30 giugno, fino a 2 luglio. Il corso si svolge ormai ininterrottamente ogni anno dal 1996 (il debutto fu a Teramo) e da allora, col copyright dello stesso Galzio, il ciclo di lezioni ha assunto una risonanza internazionale: ospiti di prestigio internazionale, argomenti d’esame con alto grado di difficoltà e, di conseguenza, una rigorosa scrematura del novero di partecipanti, i migliori cervelli in circolazione della disciplina.
All’edizione che si apre oggi (aula magna dell’università di L’Aquila per le prove teoriche, alle ore 8.30 e, nei giorni seguenti, per la parte pratica, all’ospedale S. Salvatore) parteciperanno solo in 12: sono specializzandi e neurochirurghi di ruolo, provenienti da tutte le regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sardegna, Sicilia. Quest’anno le prove pratiche, davanti al simulatore, saranno ancora più complesse delle precedenti edizioni, per consapevole scelta degli organizzatori che intendono dare un ulteriore impulso al livello di preparazione dei partecipanti. Infatti, al centro dei 3 giorni di lezioni vi sarà quest’anno un approccio inedito alla giunzione cranio-vertebrale e della regione falco-tentoriale (identificabile nella membrana che separa il cervello dal cervelletto), con particolare riguardo all’anatomia microchirurgica ed endoscopica e alla tecnica.
“Abbiamo sentito l’esigenza”, dichiara il prof. Galzio, che nel corso è coadiuvato al meglio dal suo braccio destro, dr. Alessandro Ricci, “di alzare il livello didattico e mettere i colleghi meno esperti in condizione di poter trattare patologie più complesse. Novità di questa edizione, l’uso del sumulatore chirurgico 3d neuro touch, a disposizione dei partecipanti e che rappresenterà un validissimo strumento di apprendimento per le nuove generazioni di neurochirurghi”. Le lezioni si terranno, sottolineano gli organizzatori del corso, in un clima del tutto informale, all’insegna dello scambio di informazioni e lontano da impostazioni meramente accademiche. Dal 1996, anno di esordio del corso – che per la prima volta in Italia introdusse una parte pratica di dissezione su preparati anatomici – ben 200 neurochirurghi sono transitati nel capoluogo regionale per apprendere le più raffinate tecniche della professione , così portando le conoscenze acquisite in Abruzzo nei diversi rispettivi luoghi di lavoro della Penisola.
L’Aquila, nelle edizioni didattiche svoltesi dal 1996 ad oggi, ha messo in piedi una vera e propria fucina talenti della neurochirurgia d’eccellenza. Per avere l’idea del livello dell’insegnamento, impartito in questo ormai celebre ‘laboratorio’ aquilano del neurochirurgo d’eccellenza, basti pensare che a ‘battezzare’ il primo ciclo di lezioni (nel 1996), fu una delle autorità scientifiche europee più prestigiose, il prof. Manfred Tschabitscher dell’Università di Vienna che, insieme con un altro gigante della disciplina internazionale, prof. Vladimir Benes (Università di Praga), sarà presente al corso che si conclude mercoledì 2 luglio. Prevista la presenza anche di Roberto Delfini, direttore neurochirurgia della Sapienza di Roma.