L’AQUILA – “Lo stop all’assistenza domiciliare ai malati oncologici è una vergogna”. Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane, alla luce di quanto riportato stamattina dalla stampa, sulla grave situazione dell’associazione L’Aquila per la vita.
“La situazione nella ASL aquilana appare in tutta la sua gravità. Altro che difesa d’ufficio, fatta da qualche consigliere comunale dell’attuale management.
Nella ASL e nello specifico all’ospedale aquilano sono state mortificate le competenze ed i problemi dei malati gravi e terminali non interessano né al manager, né a chi fa inopportune difese politiciste.
L’assessore regionale alla sanità Paolucci intervenga per sollecitare il manager della Asl a porre riparo a questo ennesima umiliazione alla sanità aquilana.
L’Aquila per la vita svolge da anni un ruolo essenziale, nella cura domiciliare dei malati di cancro. Non è pensabile che il servizio si possa bloccare, interrompere o peggio ridimensionare a causa della mancata convenzione con due ricercatrici.
È questa l’ennesima prova di una gestione della ASL aquilana fallimentare, a cui bisogna porre immediatamente fine.
Inutile sbandierare dati e cifre per investimenti, che risultano fittizi. Se i servizi sanitari essenziali, come quelli dell’assistenza ai malati oncologi, vengono tagliati, se un’associazione che danni lavora sul territorio offrendo un servizio d’eccellenza, non è messa nelle condizioni di poter operare perché non ci sono i soldi per pagare il personale medico, vuol dire che o che non si hanno a cuore le sorti dei pazienti o non si amministrare bene.
Questa è una delle tante criticità della ASL aquilana a cui va posto riparo. Questa mattina ho avuto conferma dalla presidente Emilia De Biasi, che la Commissione Sanità del Senato programmerà una visita all’Aquila, per fare luce su una situazione critica, non più tollerabile”.

L’AQUILA, ASSOCIAZIONE ONLUS DI ONCOLOGIA: IL MANAGER ASL 1, GIANCARLO SILVERI, REPLICA SULL’ASSISTENZA DOMICILIARE.

 “Apprendo dai giornali”, dichiara il Manager As1, Giancarlo Silveri, “che avrei avuto ripetute richieste di convenzionamento di due oncologhe ricercatrici universitarie”

“A me, per la verità, risulta soltanto che in una seduta della Commissione Paritetica – l’Organismo che regola i rapporti fra l’Azienda Sanitaria e l’Università di L’Aquila – è stato richiesto, dai rappresentanti dell’Ateneo, di convenzionare, tra gli altri, le due dottoresse in questione”
“Avendo noi definito nella nuova pianta organica”, aggiunge il Manager, “il numero di personale universitario convenzionabile e già convenzionato, dato peraltro il contingentamento imposto dalla Regione in materia di dotazione di personale, abbiamo risposto che la cosa non sembrava possibile e che, comunque, l’avremmo esaminata attentamente nell’ambito del Collegio di Direzione il quale ha ritenuto poi non accoglibile la proposta formulata dall’Università”
“Ciò premesso”, osserva ancora Silveri, “sembra opportuno ricordare che le professioniste di cui si tratta sono state per alcuni anni assunte a tempo determinato dalla A.S.L. con un compenso cui faceva fronte la Onlus L’Aquila per la vita, con le somme donate da Enti e persone del nostro territorio”. In sostanza la Onlus raccoglieva fondi e ne girava quanto necessario alla A.S.L. per le retribuzioni delle due dottoresse adibite quindi ad attività domiciliare. Ad un certo punto, sembrerebbe, non ne ho certezza perché nessuno me lo ha comunicato, che L’Aquila per la vita abbia destinato i fondi raccolti all’Università e non più alla A.S.L., perché assumesse quali ricercatrici le due persone di che trattasi”
“Non ho quindi ricevuto alcun tipo di notizia, comunicazione o proposta né dal primario oncologo del P.O. S. Salvatore né dal Dott. Porzio ovvero dall’Associazione L’Aquila per la vita. Il fatto che, a posteriori, venga però informato attraverso i giornali il Sindaco della città si commenta da solo”
“Da parte mia”, dice ancora il Manager, “non ho mai fatto mistero, e ne ho parlato più volte con il Dott. Porzio, della necessità di ricondurre l’attività domiciliare, svolta da L’Aquila per la vita, nell’ambito delle regole e delle norme e quindi, per gli aspetti organizzativi, del Distretto Sanitario che deve agire in risposta alle esigenze via via rappresentate dai “medici di famiglia”.
“In verità i servizi svolti in questi anni non avevano nessuna integrazione con le attività delle strutture territoriali aziendali (Distretto Sanitario e quant’altro), alle quali per norma compete qualunque tipo di assistenza domiciliare”
“Inoltre era – ed è – mia intenzione estendere, come è giusto che sia, una simile importante attività a tutto il territorio della A.S.L.”
“Non risponde peraltro a verità”, prosegue il Manager, “quanto lasciato intendere circa la attuale mancanza di assistenza domiciliare in quanto nel territorio di L’Aquila, di Avezzano, di Sulmona e di Castel di Sangro la terapia del dolore e le cure palliative vengono normalmente prestate a domicilio dei pazienti, da parte di personale A.S.L., su semplice richiesta dei medici di base”
“L’Azienda sta ora mettendo a punto, e lo avvierà con il prossimo mese di settembre”, annuncia ancora il numero 1 della Asl, ” un progetto che prevede il forte potenziamento dell’attività oncologica domiciliare e territoriale in tutta la Provincia con attività volte alla terapia, all’assistenza psicologica e domiciliare ed anche alla prevenzione – avvalendosi delle innovazioni ormai affermate specialmente nel campo genetico – attraverso una struttura di rete che ricomprende, con visione unitaria, le varie esigenze del paziente il quale dovrà essere accompagnato con una sorta di filo rosso, lungo tutto il tragitto imposto dalla sua patologia e secondo regole rispettose delle norme vigenti. E’ questo secondo me il modo corretto per dare risposte alle richieste dei cittadini”, conclude Silveri, “e a non dover far dipendere forme di assistenza dalle mutevoli volontà di associazioni di volontariato”

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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