Nel corso dell’anno, più volte i cittadini paganichesi hanno potuto constatare, quale sia l’importanza aggregativa della piazza principale del paese in seguito a delle manifestazioni socio culturali, così come in occasione della prima Messa di Don Federico Palmerini di domenica scorsa, sabato 27 settembre prossimo, ci si sarebbe dovuta svolgere una manifestazione a carattere nazionale dell’ADMO, “Ehi, tu! Hai midollo?” che avverrà in 60 piazze di città italiane, ma che siamo costretti ad ospitarla alla Villa Comunale in collaborazione con il VAS Paganica. La piazza, da sempre in ogni angolo del mondo, è stata ed è ancora oggi, almeno per i paesi, il punto di aggregazione sociale, luogo d’incontro in cui i cittadini confrontano le proprie idee, progettano e protestano se ce n’è bisogno, festeggiano! Non desideriamo che la nostra piazza diventi una “piazza virtuale” su facebook. Ebbene come è noto, tutte le strutture murarie intorno alla nostra piazza, dopo cinque anni che da quel 6 aprile hanno riportato gravi danni, purtroppo non verranno riparati a breve in quanto, il meccanismo adottato dall’Amministrazione Comunale, per la ricostruzione delle frazioni, non la colloca tra i primi aggregati da ricostruire. Quindi, se non ci saranno ripensamenti, significa che se ci sarà un flusso continuo di danaro da parte dello Stato, riavremo la nostra piazza non prima di una decina di anni, altrimenti?… Questo a parer mio e credo anche dei nostri rappresentanti all’assise comunale, è un grave errore, poichè l’aggregato della piazza, come tutti quelli delle piazze principali delle frazioni, dovevano essere esclusi a prescindere da questo meccanismo e ricostruirli per primi, così come si sta facendo per l’asse centrale della città dell’Aquila. Restituire ai paganichesi la piazza con la Chiesa Parrocchiale, già quasi completamente finanziata con l’otto per mille, il Palazzo Ducale, unico edificio pubblico che si può chiamare tale, che dopo un primo intervento già effettuato non restano molti danni e qualche attività commerciale dell’aggregato stesso, avrebbe un senso in quanto ridarebbe dignità ai cittadini del centro abitato più grande del Comune dell’Aquila e li riavvicinerebbe al “cuore pulsante” del suo centro storico.
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