L’AQUILA – Il Comune dell’Aquila riguardo alla TASI, nel decidere la quota a carico dell’utilizzatore che per legge è compresa tra il 10% e il 30%, ha scelto di favorire i proprietari, applicando l’aliquota massima per gli affittuari, che dovranno contribuire appunto per il 30 % all’importo complessivo della tassa.
E’ quanto ricordato dagli studenti universitari dell’UDU in una nota dei giorni scorsi con la quale contestano l’opportunità e l’equità di questo provvedimento.
Con analoghe considerazioni, come Appello per L’Aquila, settimane fa ci siamo opposti in Consiglio comunale a tale decisione, presentando un emendamento che prevedeva che la quota a carico degli affittuari fosse, invece, la minima prevista per legge, il 10%: una proposta, pensavamo, a costo zero per il Comune che comunque avrebbe percepito l’intero importo, seppur diversamente ripartito tra proprietari e utilizzatori degli immobili.
Del resto non si può dichiarare di volere una città attrattiva per gli studenti, non ci si può lamentare del caro-affitti e poi, alla prova dei fatti, votare provvedimenti che penalizzano proprio gli studenti e le famiglie in affitto a tutto vantaggio dei proprietari.
A questo proposito, ricordiamo che alcuni proprietari stanno chiedendo senza vergogna affitti spropositati per appartamenti e locali ricostruiti con fondi pubblici, anche per un grave vuoto normativo: finora infatti non è stato previsto di applicare un calmiere ai canoni di locazione per quegli immobili che hanno usufruito dell’indennizzo. Vorremmo che la nuova legge in gestazione contenesse provvedimenti in questa direzione. Purtroppo, però, della legge tutti ne parlano, ma pochi l’hanno vista. Per questo abbiamo chiesto al Governo di aprire un processo partecipato aperto ai contributi che possono venire dal territorio.
Tornando alla TASI, il nostro emendamento per portare al 10% la quota a carico degli affittuari non ha ricevuto il parere favorevole dell’ufficio bilancio. Il perché è presto detto: il maggior proprietario nella nostra città è proprio il Comune dell’Aquila che mai e poi mai rinuncerebbe agli introiti dovuti dagli occupanti degli alloggi C.A.S.E. e. M.A.P., tenuto conto tra l’altro dell’incapacità ormai manifesta nel riscuotere gli affitti e il pagamento delle utenze. L’Aquila città universitaria? L’Aquila città inclusiva? Chiacchiere.
Nei fatti si continua, invece, a premiare la rendita e mai il lavoro. A tutto vantaggio dell’altro grande proprietario del nostro territorio: il Fondo Immobiliare che all’indomani del sisma ha acquisito da vari costruttori locali gran parte degli immobili allora invenduti per metterli a disposizione degli sfollati in base a una convenzione con la Protezione Civile. Quel Fondo Immobiliare è costituito per lo più da banche. Si perpetua dunque un sistema in cui a guadagnarci sono sempre i soliti.
Tasi, appello per L’Aquila contro il comune “favoriti i proprietari degli immobili”
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