L’AQUILA – Questo governo è del tutto inadeguato a gestire il Paese e le emergenze dei territori che le affrontano, a partire dalla ricostruzione dell’Aquila e dei 55 comuni del cratere sismico; e questo partito nazionale, inadeguato insieme con il governo.
Dal terremoto sono passati 4 governi (Berlusconi, Monti, Letta e ora Renzi) e 66 mesi, senza che, tuttavia, ci siano norme di legge –una legge organica- che prevedano fondi certi fino alla fine, in tempi certi. Che è ciò, peraltro, per cui siamo stati in prima linea dal 2010, a chiederla a gran voce in tutta Italia; voce via via diventata più debole, col passare del tempo, ed il succedersi di altre catastrofi ambientali, quasi come se fosse fuori luogo.
Nello scorso dicembre, (eravamo alla prima assemblea nazionale, e stava nascendo il partito post congresso), chiesi al neo segretario Renzi di riportare il problema fondamentale della ricostruzione al centro dell’agenda politica nazionale e sicuramente nell’agenda nazionale del partito democratico. Non è stato così, neanche dopo che il segretario è diventato Presidente del consiglio. D’altra parte ha disdegnato Genova, in questi ultimi giorni, così come da tre anni sta disdegnando L’Aquila ed i comuni colpiti dal terremoto.
La dimostrazione che L’Aquila e la ricostruzione non sono una priorità di questo governo e del Pd nazionale si riscontra banalmente nel fatto che, dopo oltre 5 anni e mezzo, misure e risorse finanziarie a favore non sono automatiche come tema da affrontare nella legge fondamentale dello Stato, quella di Stabilità, ma vanno richieste, ancora oggi, attraverso incontri a Roma, come se bisogna ricordarlo ogni sei mesi cosa è successo e spiegare ai vertici (di governo e di partito) cosa sia necessario.
Ogni volta ci sono impegni, ma gli unici che contano sono impegni di spesa, a proposito di contabilità di Stato. Se fosse – e se fosse stata – una priorità, come dovrebbe essere L’Aquila ed il cratere sismico, non ci si dovrebbe accorgere ad ottobre (come puntualmente da cinque anni in qua) che non ci sono risorse in bilancio: in questo periodo dell’anno, infatti, non si può che intervenire con emendamenti alla legge di Stabilità (una volta Finanziaria), o a fine anno con i c.d. decreti Milleproroghe. Va affrontato all’inizio dell’anno il problema, una volta per tutte, e l’unica strada possibile è con una legge organica che affronti le necessità ed i fabbisogni. Ad oggi mancano le risorse e governance e relativa filiera non sono state ridefinite.
Bene ha fatto il consigliere regionale Pietrucci ad evidenziare che vigileremo, rispetto agli impegni del partito nazionale.
Fino ad oggi, infatti, non si sono trasformati in altrettanti impegni di spesa dei governi che si sono avvicendati, se non in maniera frammentaria, disorganica, e su richiesta (emendativa).
Eppure la ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere, di quelli dell’Emilia, il ripristino dei territori alluvionati, e la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale dovrebbe essere la più grande opera pubblica, su cui investire. Magari con la stessa volontà e velocità applicata invece, come prima misura da questo governo, sulla riforma del Senato.
Ben vengano la disponibilità e le parole del vice segretario Guerini, ma – per l’importanza del tema e per il tempo ormai trascorso- il partito nazionale avrebbe dovuto parlare per bocca del segretario Renzi (che tra l’altro qui prese il 58% dei voti al congresso), visto che è anche Presidente del consiglio, ovvero colui che decide la sorte ed il governo dei problemi, anche della ricostruzione dell’Aquila e degli altri 55 comuni. Un emendamento è necessario, certo, ma la questione è nota dal 2009.
Il partito nazionale porti finalmente in aula la legge, che sembrava ormai pronta, e si è fermata ancora una volta. Questo sarà l’impegno, l’unico ed il vero, utile alla causa.
Paolo Della Ventura,
assemblea nazionale Pd, segreteria comunale e provinciale Pd L’Aquila