L’AQUILA – Non ci sarà vera rinascita del centro storico senza l’immediato recupero di Palazzo Margherita, principale sede del Comune dell’Aquila, casa di ogni cittadino, luogo simbolo dell’aquilanità, custode della bolla del perdono di Papa Celestino V e del primo esemplare di stemma della città.
Soprattutto ora che i lavori di quel comparto sono quasi tutti già terminati, basti pensare all’eccezionale recupero del palazzetto dei Nobili, o avviati con successo, lo spettro di Palazzo di Città, ancora sorretto dalle imbragature dell’emergenza, non offre il segno della rinascita.
Ma i tempi per l’affidamento definitivo dei lavori, già dilatati da lungaggini burocratiche, rischiano di slittare ancora di parecchi mesi poiché esposti ai possibili ricorsi al risultato di gara da parte delle ditte escluse.
Ma Stefano Cipriani e Massimo Mancini, titolari delle imprese tutte aquilane che fanno parte del raggruppamento classificatosi secondo alla gara di appalto, spinti dalla stessa motivazione che li aveva portati a voler partecipare a questa gara simbolo della ricostruzione, ossia l’amore per la città di appartenenza, hanno deciso, da cittadini e non certo da operatori del settore, di rinunciare alla presentazione di qualsiasi ricorso; questo affinchè i lavori possano iniziare, essere condotti in tempi celeri e realizzati tenendo conto dell’importanza storica del palazzo e del desiderio forte della collettività aquilana di riavere operativo e funzionante il cuore della rappresentanza e della democrazia comunale.
Vigilando però affinchè i lavori vengano realizzati rispettando i tempi e le indicazioni del progetto vincitore con la speranza che Palazzo Margherita torni presto a essere riaperto.
Palazzo margherita, ditte aquilane rinunciano al ricorso “nessuna rinascita senza sede civica”
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