L’AQUILA – Al 9 di marzo – sul sito “Smart&Start” – sono state perfezionate 487 domande per puntare alle agevolazioni previste per questa specifica “misura” di Invitalia pensata per favorire la diffusione di nuova imprenditorialità legata all’economia digitale (in sostanza l’assegnazione di prestiti a tasso zero a startup innovative già costituite o ancora in fase embrionale).
Invitalia ha fornito qualche “numero”: al primo posto per progetti presentati c’è la Campania (78), seguita dalla Lombardia (68) e dal Lazio (52). L’Abruzzo è al quinto posto con 31 domande di cui ben 16 provengono dai comuni del Cratere Aquilano (e hanno richiesto circa 9,4 milioni di finanziamenti). 2 sono startup già costituite mentre 14 sono “gruppi di lavoro”.
I settori più gettonati sono: “internet delle cose”, materiali innovativi, ambiente ed energia, bioagroalimentare, e-commerce.
Questo dato è molto confortante sia per quanto riguarda la nostra Regione che il territorio colpito dal sisma del 6 aprile ed è la migliore risposta a quanti non credevano nella nostra capacità di cogliere le opportunità della rivoluzione digitale. In poco meno di un anno abbiamo portato a L’Aquila ben tre format dedicati a questi temi: la prima tappa europea dello Startup Bus, Onda d’innovazione, Start up Meet Up e ora cominciamo a raccogliere i primi frutti del nostro lavoro. Ma assieme alle luci non mancano le ombre. A livello regionale, non c’è ancora una visione strategica sul tema dell’innovazione, e in particolare a L’Aquila non c’è una struttura dedicata (incubatore/accelleratore) in grado di “mettere a terra” efficacemente i diversi progetti che stanno prendendo forma.
Intanto è possibile continuare a presentare le domande a Invitalia. I progetti saranno sì presi in considerazione nell’ordine di arrivo, ma successivamente, naturalmente, verrà valutata la presenza dei requisiti richiesti. E il bando resterà aperto fino a esaurimento fondi. Ricordiamo che è possibile chiedere fino a 1,5 milioni di euro (di cui il 20 per cento a fondo perduto per chi opera nel Cratere); può concorrere chi opera nei campi dell’innovazione, del trasferimento tecnologico, dell’economia digitale (le attività ammesse sono: produzione di beni ed erogazione di servizi che si caratterizzano per il forte contenuto tecnologico e innovativo; che si qualificano come prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale; e che si basano sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata). Sono inoltre previste particolari agevolazioni se la startup è costituita da under 35, solo da donne oppure se al suo interno c’è almeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorando all’estero e sceglie di rientrare in Italia.
Personalmente resto dell’idea che la via più efficace per sostenere davvero l’innovazione non sia quello di erogare fondi (soprattutto a fondo perduto), ma rispetto ad altre iniziative Smart & Start è uno strumento interessante perché finalizza le risorse solo a chi fa davvero innovazione secondo una modalità appunto smart e i diversi progetti sono valutati con gli occhi degli investitori.
Come ci ricorda Marco Cantamessa (presidente dell’incubatore del Politecnico di Torino), il ruolo fondamentale lo giocano le istituzioni che dovrebbero fare essenzialmente 3 cose: “rendere facile l’innovazione semplificando il più possibile, renderla necessaria aumentando il livello di concorrenza dell’economia e stimolarla comprando beni e servizi dalle startup innovative o da chiunque proponga innovazione”.
Per chi volesse sviluppare questi temi, l’appuntamento è mercoledì 25 marzo presso il coworking “Strange Office” (a L’Aquila, via Roma 215 – info@strangeoffice.com) per la prossima tappa di “StartUp MeetUp” – dedicata questa volta alla stampa 3D.