Torna puntuale, come da tradizione, il solenne concerto di Pasqua dei Solisti Aquilani, diretti per l’occasione dal Maestro Maurizio Cocciolito, da due anni alla guida dell’orchestra.
Di grande suggestione il programma proposto che fonde in un «unicum» emozionante le pagine di profonda religiosità di Handel, Mortari e Pergolesi.
Fu a una svolta della sua vicenda artistica che Georg Friedrich Handel compose il Messiah, l’opera alla quale, emblematicamente, è da allora associato il suo nome.
Il Messiah, terminato nel settembre 1741, intraprende la sua marcia trionfale il 13 aprile 1742, continuando a occupare il suo autore fino all’anno della morte, con una serie notevole di revisioni e rifacimenti e soprattutto imponendosi nell’immaginario collettivo dei paesi anglosassoni come un patrimonio spirituale insostituibile, parte integrante della propria identità culturale.
A seguire ascolteremo Planctus Mariae di Virgilio Mortari, uno dei più grandi compositori italiani del secolo scorso. Per soprano, mezzosoprano, coro femminile, flauto ed archi, il testo si compone di tre sezioni: le prime due riguardano più esplicitamente la “passione” di Cristo, la terza è una invocazione di misericordia. La scrittura musicale di Mortari è come sempre di un equilibrio assoluto, però, mai fredda anzi, spesso grandemente commossa. Il tono maggiore e il minore si intrecciano, costruendo originali armonie talvolta di sapore orientale. Drammatiche ed intense, le prime due parti si risolvono nella terza che suona come una invocazione.
Il concerto si chiude sulle note dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi. “Questo Stabat, semplice e senza pretese, sembra rispecchiare tutti i caratteri di quel lamento doloroso della Vergine ai piedi della croce, il pianto di una madre, le cui strofe monotone piovono giù come lacrime, sì dolce a un tempo, che ben vi si scorge un’angoscia divina consolata dagli angeli, e sì semplice con quel suo latino popolare, che le donne e i fanciulli l’intendono mezzo per le parole e mezzo per l’affetto. Ecco, il segreto del fascino irresistibile che questa musica ha sempre esercitato, e ne fa un capolavoro immortale”. Così lo studioso Radiciotti commenta l’opera. Per comprendere fino in fondo la portata dello Stabat Mater occorre innanzitutto ricordare che essa è espressione della cultura di popolo e dell’esperienza personale del musicista. Una sola regola guidò la sua mano: che le parole, portatrici di esperienza, potessero emergere con assoluta libertà e il canto servisse unicamente a ridar loro la vita originaria. Una scommessa vinta e che perdura nei secoli. Ad affiancare I Solisti Aquilani e Maurizio Cocciolito ci saranno il soprano Giovanna Manci, il mezzosoprano Chiarastella Onorati, il flautista Giampio Mastrangelo e due grandi compagini corali della città dell’Aquila, la Corale Gran Sasso e la Schola Cantorum di San Sisto dirette rispettivamente dai Maestri Carlo Mantini e Carmine Colangeli. Maestro al cembalo e organista Ettore Maria del Romano.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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