L’AQUILA – Si era operato in un’altra regione senza riuscire a risolvere il problema alla cornea e allora ha scelto L’Aquila dove, dopo un delicato trapianto, l’occhio è tornato ok e a 55 anni ha potuto scongiurare il rischio di seri danni alla vista. L’équipe di chirurgia oculistica del San Salvatore, guidata dal dr. Germano Genitti, direttore della Banca degli occhi-microchirurgia oculistica, con un impegnativo intervento, mette la propria ‘firma’ d’autore sulla ripresa dell’attività dei trapianti di cornea, dopo 2 anni di sospensione, al presidio aquilano. Un eccellente lavoro di bisturi compiuto dall’équipe composta, oltreché dal dr. Genitti, dai medici Dino D’Andrea, Stefano Gentile e Massimo Saviano che riavvia la stagione dei trapianti di cornea, nel solco della tradizione della scuola aquilana della disciplina che, nel recente passato, impose a lungo il proprio marchio di qualità in Abruzzo. Il ritorno al trapianto di cornea era molto atteso tanto che già dalle settimane scorse l’agenda della chirurgia oculistica si era andata riempiendo di richieste di pazienti. Peraltro, sull’ attività appena riavviata, che si preannuncia intensa, vi sarà a breve un forte colpo d’acceleratore con l’utilizzo del Femtolaser, macchinario di altissima tecnologia e precisione che ricomincerà a funzionare con la ristrutturazione (ormai in dirittura d’arrivo) dei locali del Delta chirurgico del San Salvatore. La riattivazione dei trapianti di cornea si aggiunge alla microchirurgia oculare (cataratta, distacco di retina, glaucoma ecc) che, in 4 mesi di attività, ha fatto segnare sul ‘display’ la ragguardevole cifra di 500 operazioni, accompagnate da oltre 3.000 prestazioni ambulatoriali. Numeri importanti di un reparto che sta ‘scaldando’ i motori e che oggi esprime solo una parte delle sue notevoli potenzialità. Trapianti da una parte e microchirurgia dall’altra sono ‘figlie’ dell’attività della Banca degli occhi, centro di riferimento regionale di Abruzzo e Molise. La Banca compie, ormai da 10 anni, un sofisticato lavoro di laboratorio che consiste, in parole semplici, in test di idoneità genetica sulle cornee dei donatori al fine di valutarne l’idoneità al trapianto. Negli ultimi 10 anni la Banca ha esaminato oltre 2.000 tessuti corneali, avvalendosi della professionalità delle dr.sse Maria Teresa Vicentini e Mariangela Baccante. Procedure di laboratorio molto complesse, assicurate ai più alti livelli di qualità, come certificato dall’attestato Iso 9001:2008 che la Banca riesce a farsi riconfermare ormai da diversi anni.
“Questi lusinghieri risultati”, dichiara il dr. Genitti, “vanno ricondotti alla grande abnegazione dei medici. Questo lavoro però, per essere mantenuto e migliorato, richiede una maggiore attenzione della politica regionale, soprattutto in termini di assunzione di nuovi operatori. I tanti investimenti che vengono fatti in costose tecnologie e importanti progetti, infatti, rischiano di essere vanificati dalla mancanza di nuovo personale. Occorre un ricambio generazionale, per il quale in chirurgia servono dai 3 ai 5 anni ed è proprio per questo che è opportuno ricordare come il vero motore di ogni azienda siano le risorse umane”.