ROSA PERSIA: “LIMITARE OCCASIONI DI CONTAGIO E FARE QUALCHE GIORNO IN PIU’ DI CONVALESCENZA”

L’AQUILA – L’influenza corre veloce già da inizio novembre e, la crescita dei contagi, soprattutto tra i più piccini preoccupa genitori e medici di base.  I dati del monitoraggio InfluNet  – dell’Istituto Superiore di Sanità – segnalano un’incidenza del virus pari a 40,8 casi ogni mille persone in età al di sotto dei cinque anni. “La forte circolazione è dovuta a più cause – piega la dottoressa Rosa Persia, pediatra e presidente della commissione tutela materno infantile del Rotary Club L’aquila –  come l’arrivo di nuove forme influenzali e sistemi immunitari indeboliti dalle limitazioni dovute al Covid-19”.

GENITORI SPAVENTATI, IL RICORSO AL PRONTO SOCCORSO RESTA ECCESSIVO

“La sintomatologia è più o meno la stessa che per gli adulti: febbre, tosse, malessere generale. La febbre è spesso molto alta e questo spaventa i genitori con un ricorso eccessivo in pronto soccorso dove risultano file molto lunghi penalizzando i casi importanti che invece necessitano effettivamente di un’attenzione ospedaliera. I bambini – prosegue la Persia – riultano purtroppo i più colpiti proprio per mancanza di precedenti esperienze immunologiche.

ANDAMENTO INFLUENZALE ERA PREVISTO PER LA SCARSA CIRCOLAZIONE VIRALE

L’andamento influenzale di quest’anno era ampiamente previsto in quanto le misure di protezione sono state pressoché totalmente abolite e quindi ci si aspettava una circolazione non limitata dei virus. Inoltre, la numerosità delle persone suscettibili all’infezione da virus influenzali è molto più elevata quest’anno proprio perché dopo due anni di scarsa circolazione virale gli adulti non vaccinati hanno avuto ben poche possibilità di mantenere una sufficiente misura immunologica di protezione non essendovi stato nessun richiamo naturale da avvenuta infezione.

PRESENZA COVID AUMENTA CONFUSIONE FRA I CASI PRODOTTI DAI VARI VIRUS

Per di più è aumentata la platea dei piccoli suscettibili, essendosi aggiunti tutti i nati nel 2021. A questo aggiungiamo la circolazione quest’anno di virus influenzali diversi da quelli che erano presenti negli anni precedenti e una concomitanza di virus para influenzali, del virus respiratorio sinciziale che colpisce pesantemente proprio la fascia dei primi mesi di vita. Non dimentichiamo che il SARS-CoV-2 circola ancora abbondantemente, e questo contribuisce ad aumentare una grossa confusione fra i casi prodotti dei vari virus. I sintomi dell’influenza e del covid sono molto simili.

TEMPO DI INCUBAZIONE ANCHE DI 14 GIORNI, MAL DI GOLA E FEBBRE ALTA

“L’influenza di quest’anno si manifesta con febbre molto elevata – dice la Persia –  come già detto, della durata di alcuni giorni resistente alla terapia antipiretica seguita da tosse persistente e di una certa entità che persiste anche per alcune settimane dopo la scomparsa della febbre, mal di gola, cefalea, dolori articolari e muscolari nei bambini più grandi. Dei sintomi del covid ormai tutti sanno tutto non ci dilunghiamo se non per dire che il periodo di incubazione è più lungo potendo arrivare a 14 giorni. 

A L’AQUILA SITUAZIONE DIFFICILE. SOTTO PRESSIONE OSPEDALE E PEDIATRI

“Devo riconoscere come pediatra che opera ormai sul territorio – spiega Rosa Persia –  che anche nella nostra città la situazione è alquanto difficile per l’utenza i pediatri di famiglia e l’Ospedale. Come dicevo inizialmente l’alto numero dei casi, l’imponenza dei sintomi mal controllati dalla terapia disponibile e le complicanze presenti, anche se poco frequenti, come broncopolmonite e otite, determina stato agitazione tra i familiari determinando un cattivo utilizzo delle strutture e presidi deputati alla cura. Purtroppo quest’anno c’è stato anche un’anticipazione nell’arrivo dell’influenza e questo ha determinato l’impossibilità per molti di utilizzare quello che è il presidio principale di prevenzione ovvero la vaccinazione fortemente consigliata ai bambini fra i sei mesi e i due anni ma anche fino ai sei anni di età”. Cosa fare allora?

LIMITARE OCCASIONI DI CONTAGIO E CONVALESCENZA ADEGUATA “Personalmente consiglio di limitare il più possibile le occasioni di contagio. I bambini frequentano le comunità scolastiche senza presidi di protezione individuale e il più delle volte con non adeguata areazione – conclude la dott.ssa Persia – luoghi ideali per la diffusione dei virus. Con ciò non voglio scoraggiare la frequenza scolastica, sono stata forse l’unica pediatra in tempio difficile di covid a sostenere durante un’intervista, contro tutti, che la frequenza scolastica era prioritaria rispetto al rischio di contagio proprio per i danni che l’allontanamento dalla scuola, l’isolamento sociale, avrebbe potuto produrre, specialmente tra la fascia d’età più avanzata. Voglio solo consigliare alle famiglie di tenere a casa i loro bambini per tutto il tempo necessario al ripristino di uno stato di salute pressoché completo e potendo anche qualche giorno di convalescenza in più per la ricostituzione di uno stato immunitario soddisfacente”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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