Messina Denaro dopo l’arresto a Palermo è stato trasferito a Pescara con un volo militare.
A riportare la notizia è La Repubblica. Il super boss sarebbe stato poi trasportato e rinchiuso nel carcere dell’Aquila. L’istituto penitenziario, infatti, accoglie detenuti in regime di 41 bis, il cosiddetto carcere duro. Inoltre, considerando la malattia di Messina Denaro, nell’ospedale del capoluogo c’è un buon centro oncologico. Avrà “compagni” di tutto rispetto, nel carcere dell’Aquila Denaro .
Nomi pesanti di Cosa nostra, come quelli di Filippo Graviano, Carlo Greco e Ignazio Ribisi; della ‘ndrangheta, come Pasquale Condello; e della camorra come Paolo Di Lauro senior e Ferdinando Cesarano. Ma in quel carcere c’è pure la Lioce che, per le Nuove brigate rosse, è stata condannata all’ergastolo per gli omicidi Biagi e D’Antona, visto che solo all’Aquila c’è la sezione del 41 bis per le donne.
Secondo quanto riferito da alcune agenzie stampa, Matteo Messina Denaro avrebbe infatti già trascorso la sua prima notte in carcere, dove sarà sottoposto al regime 41 bis.
Matteo Messina Denaro sarà dunque uno dei 160 criminali mafiosi detenuti nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, dove si trovano anche ‘ndranghetisti (come Pasquale Condello) e camorristi (come Paolo Di Lauro e Ferdinando Cesarano).
Nel polo dell’Aquila si trovano anche 12 donne, tra affiliate dell’Ndrangheta e della Camorra (fra cui anche Nadia Desdemona Lioce, condannata all’ergastolo per gli omicidi Biagi e D’Antona).
Tuttavia, la struttura è costruita in modo che sia impossibile per i detenuti entrare in contatto fra loro. Si tratta infatti di una struttura piuttosto moderna, costruita dopo il terremoto dell’Aquila, appositamente per i crimini di mafia.
Che cosa prevede il 41 bis, il regime di carcere duro
Il regime 41 bis è stato istituito all’indomani della strage di Capaci e di Via d’Amelio, al fine di eliminare del tutto la possibilità che criminali particolarmente pericolosi come i mafiosi, che in virtù dei numerosi legami con le associazioni criminali a cui erano affiliati, continuavano a mantenere un ruolo di comando e di coordinazione anche dal carcere.
Il 41 bis è dunque un regime detentivo speciale, che riduce drasticamente le possibilità di contatto fra i detenuti e l’esterno, in modo da sopprimere del tutto il loro raggio d’azione.
Tra le restrizioni del 41 bis ci sono dunque colloqui limitati, anche con i familiari, che si riducono a un solo incontro al mese della durata di un’ora. Gli incontri si svolgono poi in stanze sorvegliate sia visivamente che acusticamente, dove ogni contatto e scambio è precluso da un vetro a tutta altezza.
Dopo i primi sei mesi di detenzione, il colloquio può essere sostituito da una telefonata al mese di 10 minuti.
Limitata è anche la corrispondenza, così come è proibito lo scambio di libri e riviste, mentre sono concesse solo due ore d’aria al giorno, con massimo altri tre detenuti.
Ufficialmente il regime ha una durata di 4 anni, che però possono essere prolungati nel caso in cui sussista il timore fondato che possano essere mantenuti contatti con le associazioni mafiose; ci sono state infatti condanne al 41 bis di durata ventennale.
Proprio per le condizioni durissime e per la limitata socializzazione, così come per l’assenza di ogni tipo di rieducazione, il 41 bis è stato oggetto di numerose critiche, in quanto la sua applicazione entra decisamente in contrasto con i fondamentali diritti umani.