L’AQUILA. Un concerto dedicato a celebri pagine beethoveniane è il prossimo appuntamento nell’ambito della 77.ma stagione della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” in programma domenica 22 gennaio all’Auditorium del Parco con inizio alle ore 18.
Protagonista è Pietro De Maria, uno dei pianisti più attivi e interessanti della sua generazione, uno dei pochissimi italiani ad aver vinto il Premio della Critica al Concorso Čajkovskij di Mosca nel 1990, collezionando successivamente anche il Primo Premio al Concorso Internazionale “Dino Ciani” di Milano (1990), il “Géza Anda” di Zurigo (1994) e il Premio “Mendelssohn” ad Amburgo nel 1997.
Si è esibito spesso a L’Aquila. L’ultimo applaudito concerto è stato lo scorso 23 ottobre con il violinista Massimo Quarta.
In questa occasione si presenta in recital con un programma interamente dedicato a Ludwig van Beethoven. Saranno eseguite alcune fra le più conosciute Sonate composte fra il 1801 e il 1802 pubblicate a Vienna: la Sonata op. 27 n. 2 denominata “Al chiaro di luna” e l’op. 26 “Marcia funebre”. In entrambi i casi i titoli che hanno reso celebri queste pagine non sono stati attribuiti alle opere da Beethoven stesso. Si ascolterà anche la prima Sonata dell’op. 31 sempre composta in quel periodo, sicuramente una delle più innovative dello stile beethoveniano sia sotto l’aspetto melodico che nella combinazione del suo sottile umorismo con citazioni e omaggi dal passato. Infine si ascolterà la Sonata per pianoforte n. 28 in La maggiore op. 101, la prima delle ultime grandi pagine beethoveniane.
Dopo essere stato il primo pianista italiano ad aver eseguito pubblicamente l’integrale delle opere di Chopin in sei concerti e dopo l’integrale del Clavicembalo ben temperato e le Variazioni Goldberg di Bach, ecco l’ambizioso obiettivo di una integrale delle Sonate beethoveniane, iniziata nel 2020, anno delle celebrazioni funestato dalle note vicende pandemiche.
“Con il passare degli anni il mio rapporto con Beethoven è sicuramente cambiato. Ciò è dovuto non solo alla pratica, ma al fatto che noi cambiamo costantemente e siamo il risultato di tutte le esperienze di vita che facciamo – così ha dichiarato De Maria in una recente intervista a Sistema Musica – L’impegno principale nell’affrontare un’integrale di un autore come Beethoven, è quello di riuscire a leggere il testo come se fosse la prima volta, di riscoprirlo come nuovo, cercando di togliere la patina di una certa tradizione”. Pietro De Maria è Accademico di Santa Cecilia e insegna al Mozarteum di Salisburgo. È nel team di docenti del progetto La Scuola di Maria Tipo organizzato dall’Accademia di Musica di Pinerolo