Stop al marketing alimentare malsano per proteggere i bambini. È l’indicazione partita dall’Organizzazione mondiale della sanità in Europa che ha annunciato nuove linee guida e criteri nutrizionali che coinvolgono anche la pubblicità di cibo e bevande poco salutari.
L’Oms mette in allerta in particolare sui cosiddetti snack pubblicizzati per i loro effetti benefici sulla salute, avvertendo che in realtà «non sono sempre salutari». Dalle merendine ai succhi di frutti, l’Oms ha delineato le soglie di rischio per grassi, zuccheri e sale di 18 categorie alimentari fornendo per ogni prodotto le caratteristiche nutrizionali. L’idea è anche quella che il nuovo modello venga utilizzato dai responsabili delle decisioni per sviluppare politiche per migliorare la qualità nutrizionale delle diete e per sostenere iniziative di monitoraggio, riducendo così la pressione sui bambini e garantendo la promozione di diete più sane per ridurre i rischi di malattie non trasmissibili. Il modello, che era stato messo a punto per la prima volta nel 2015, è stato testato da 13 Stati membri.
Dietro le nuove linee guida ci sono i dati sulle principali cause di morbilità e mortalità nella regione europea dell’Oms. 46 Paesi su 53 hanno oltre il 50% della popolazione e 1 bambino su 3 che soffrono di sovrappeso e obesità. E – sottolinea l’Oms – l’obesità infantile è probabile che continui anche in età adulta mettendo a rischio di sviluppare diabete, cancro e altre malattie non trasmissibili.
Le diete malsane nella Regione Europea dell’organizzazione provocano più di 1 milione di morti ogni anno. «Abbiamo molti marchi di alimenti e bevande che promuovono i loro prodotti malsani ai bambini. Vediamo approcci di autoregolamentazione in molti paesi, che si sono dimostrati inefficienti nel proteggere i bambini dall’esposizione a questo tipo di marketing», dichiara Kremlin Wickramasinghe, capo ad interim dell’Ufficio europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili dell’Oms Malattie.
E per questo – spiega – «abbiamo sviluppato una serie di criteri nutrizionali per determinare se i prodotti alimentari sono adatti per essere commercializzati a bambini e adolescenti». I bambini e gli adolescenti – aggiunge – «sono particolarmente vulnerabili al marketing alimentare non etico attraverso qualsiasi canale, dalla televisione ai videogiochi online ai social media»