Tra le criticità sollevate: le lunghe liste d’attesa, il personale sanitario carente, lo smantellamento dei nuclei di cure primarie. La replica dell’azienda sanitaria: “La Asl 1 condivide la preoccupazione e l’impegno derivanti dalle misure politiche nazionali in materia sanitaria adottate negli ultimi anni. Si oppone ad alcune fittizie ricostruzioni riguardanti una presunta assenza di dialogo con i rappresentanti del presidio odierno”.
“Siamo in tanti. Siamo collettivo. Siamo cittadinanza. Siamo inascoltati”. Scandendo questo motto si sono ritrovati in oltre 500 questa mattina davanti alla sede della direzione provinciale della Asl 1, in via Saragat, alla mobilitazione nazionale ‘La sanità pubblica si difende’ promossa da diverse associazioni e alcuni sindacati, tra i quali la Cgil dell’Aquila, la federazione italiana dei medici di medicina generale, il sindacato dei medici italiani, sindacato nazionale autonomo medici italiani, l’associazione ‘180 Amici L’Aquila’, Unasam, Cittadinanzattiva L’Aquila, il tribunale per i diritti del malato Abruzzo, l’Anpi, l’Arci, l’Auser, l’Udu, l’associazione Donatella Tellini-centro antiviolenza e biblioteca delle donne, associazione Donne Terremutate, il comitato ‘Salviamo i nuclei di cure primarie’
E proprio davanti le decine di persone i due dirigenti della Asl, il direttore generale Ferdinando Romano e il direttore sanitario Alfonso Mascitelli hanno lasciato la sede in automobile, lasciando dedurre con fil di voce (e dopo aver chiuso i cancelli) che la loro destinazione era la sede della Regione Abruzzo. Una ‘fuga’ che non è passata inosservata e ritenuta una gesto di scortesia. Una rimostranza sottolineata anche dalla delegazione dei manifestanti ricevuta poi negli uffici della Asl, composta, tra gli altri, dal segretario provinciale della Federazione dei medici di medicina generale Vito Albano e alcuni esponenti delle opposizioni in Consiglio comunale e in Consiglio regionale, i quali hanno chiesto di essere ricevuti dal manager Romano al più presto. Ci si siederà dunque attorno allo stesso tavolo martedì 20 alle 10. “Ho chiesto che ci sia anche l’assessora regionale alla Sanità Nicoletta Verì“, ha ribadito con forza Albano.
I manifestanti hanno ribadito, dopo poche settimane dalla precedente manifestazione di protesta per difendere e alzare l’attenzione sui nuclei di cure primarie che rischiano di scomparire nonostante le rassicurazioni arrivate da Romano e da Verì, che “il sistema sanitario pubblico deve tornare a svolgere il ruolo che la costituzione gli assegna, secondo i principi di universalità e gratuità, per farlo ha necessità di risorse finanziarie, investimenti in personale e tecnologia ed una programmazione coerente con i fabbisogni sanitari, cosa che è mancata fino a oggi”.
Gli organizzatori hanno ribadito nel loro documento programmatico la necessità di adottare una “visione della sanità pubblica di qualità, universale, gratuita e di prossimità, per tutti. Un sistema che deve tenere insieme tutela dei diritti dei lavoratori, vera integrazione tra ospedale e territorio, aumento della spesa per il personale” e chiedono la “riduzione e l’azzeramento delle inaccettabili liste d’attesa, che nei fatti limitano il diritto alla prevenzione e alla cura ampliando le disuguaglianze già drammaticamente presenti nella società, così come la sostituzione dei medici dei nuclei di cure primarie garantendo continuità assistenziale e occupazionale”, oltre al superamento della carenza di personale attraverso procedure concorsuali, scorrimento graduatorie, stabilizzazione, reinternalizzazione dei servizi afferenti al sistema sanitario, potenziamento della medicina territoriale e rafforzamento delle attività ospedaliere. “Chiediamo – sottolinea il documento – di potenziare la rete dei servizi di emergenza e urgenza, lavorare sulle case di comunità e rivitalizzare e qualificare i consultori; maggiori investimenti in prevenzione e cura della salute mentale e l’operatività della consulta regionale; il coinvolgimento, la trasparenza e la partecipazione nelle scelte strategiche del sistema sanitario provinciale”.
ALBANO (FIMMG): “POCO PERSONALE, LISTE ELEFANTIACHE E FUGA VERSO LA SANITA’ PRIVATA. IN TUTTO QUESTO IL SINDACO TACE”
Dura la posizione del segretario della Fimmg Albano: “La manifestazione è stata fatta per una serie di problematiche della Asl dell’Aquila a cominciare dalla carenza di organico dell’ospedale per cui i colleghi e il personale sanitario è costretto a turni massacranti; sino alla esternalizzazione di vari servizi che dovrebbero invece arrivare a una internalizzazione, perché abbiamo una serie di situazioni di precariato ormai non più accettabili. Liste di attesa elefantiache che ormai abbiamo da tempo. Addirittura per quanto riguarda l’intramoenia (le visite mediche effettuate all’interno degli ospedali, ma a pagamento, ndr), le liste d’attesa sono di 4-5 mesi e, a tutto questo, ci aggiungiamo il problema dell’hackeraggio che ha acuito tutte queste difficoltà. In questa situazione, da un lato ci sono grosse difficoltà per i cittadini che devono accedere alle cure e dall’altro un aggravio di lavoro notevole per l’ospedale e per la specialistica e tra l’altro comporta un grosso afflusso verso il privato, che non tutti possono permettersi, ma è l’unico sistema per avere delle risposte rapide. L’assurdità è che noi stiamo combattendo da un anno per poter stabilizzare i nuclei di cura primarie che altro non sono che associazioni di medici che si uniscono per portare avanti un progetto e se venissimo adeguatamente valorizzati e potenziati potremmo dare grosse risposte a queste difficoltà. Già poter far fare s noi la diagnostica di primo livello e parlo di prelievi di analisi, elettrocardiogramma, spirometrie e così via, comporterebbe la possibilità di ridurre attese, poter lavorare in modo più consono con risposte immediate e ridurrebbe la pressione ospedaliera e specialistica. Sinora non ci sono state grosse risposte dalla Asl. E addirittura – ricorda il medico – il 26 aprile noi abbiamo avuto un incontro con il direttore generale Romano, in cui lui dopo aver valutato i calcoli economici che ci ha illustrato in quella occasione, ci ha detto che i soldi c’erano, per cui si sarebbe potuto procedere con i subentri dei nuclei; ma da allora non è successo niente e ormai sono passati quasi due mesi. A questo punto non riesco a capire quale sia la difficoltà. Quale struttura, quale funzionario ostacoli tutto questo. Da un lato ora ci sono colleghi che hanno fatto domanda, chi da più di un anno e non hanno avuto risposte e questi colleghi procederanno a vie legali. Noi, come sindacato, abbiamo richiesto già due mesi fa, il 20 aprile, tramite avvocato il bilancio della medicina territoriale, ma non abbiamo ricevuto nulla; non ci si può trincerare dietro l’hackeraggio, perché i bilanci non sono depositato su un cloud, ma sono, immaginiamo, in un computer: cosa ci vuole a tirarlo fuori e farcelo avere? Mi auguro che non facciano scadere i termini e poi costringerci a ulteriori azioni. In base a quello che vedremo sul bilancio stabiliremo, poi, se i nostri dubbi sono fondati. Voglio ricordare, per far capire la mole di lavoro sanitario e l’importanza della questione, che nel solo Comune dell’Aquila sono 50mila i pazienti assistiti”. Albano ha poi denunciato l’assenza e il silenzio, in tutta questa vicenda e vertenza, del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, “non soltanto come presidente del comitato ristretto dei sindaci del territorio, ma anche come sindaco di tutti i cittadini e le cittadine, che sono molto spesso pazienti, e come sindaco di un capoluogo di Regione che dev’essere elemento trainante in materia di sanità efficiente per tutta la regione”.
ASL AVEZZANO-SULMONA-L’AQUILA: FISSATO INCONTRO CON RAPPRESENTANTI SIGLE SINDACALI E CONSIGLIERI REGIONALI E COMUNALI
Non si è fatta attendere la risposta della direzione generale della Asl 1, che nel tardo pomeriggio ha fatto sapere con una nota che “in merito al presidio organizzato stamani da alcune sigle sindacali e associazioni del settore medico-sanitario, con la partecipazione di alcuni consiglieri regionali e comunali, tiene a sottolineare l’atteggiamento, da sempre proprio della scrivente azienda, di massimo rispetto verso ogni forma di iniziativa civile e democratica, di supporto o di dissenso, a maggior ragione quando il tema in questione è la salute dei cittadini. Non solo. La Asl 1 condivide la preoccupazione e l’impegno derivanti dalle misure politiche nazionali in materia sanitaria adottate negli ultimi anni, esprimendo, tuttavia e al tempo stesso, la fiducia e la convinzione riguardo all’operato della medesima azienda e delle donne e degli uomini che ne fanno parte. La direzione si oppone, inoltre, ad alcune fittizie ricostruzioni apparse sulla stampa riguardanti una presunta assenza di dialogo con i rappresentanti del presidio odierno; prova ne è l’immediato recepimento di una richiesta di confronto cui la Direzione Strategica ha risposto indicendo un incontro con consiglieri e parti sociali programmato per martedì 20 giugno alle ore 10.00 presso la sede della Asl 1. Il prof. Ferdinando Romano conferma l’attenzione verso i nuclei di cura primaria già espressa nei mesi addietro e, infine, smentisce ogni strumentale accusa di aver abbandonato la sede dell’azienda durante il presidio di stamani: il direttore generale, infatti, era presente presso gli uffici dei Sistemi Informativi dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila al fine di supervisionare l’importante lavoro dei tecnici IT impegnati nel ripristino dei processi informatici dopo le criticità delle scorse settimane seguite all’attacco hacker di cui tutti siamo a conoscenza. Un impegno che, come evidenziato più volte, sta rendendo la nostra azienda orgogliosamente capostipite, tra le Asl italiane, nella transizione digitale verso il polo strategico nazionale”.
LA POSIZIONE DEL PD DELL’AQUILA
“Abbiamo aderito e partecipato convintamente alla manifestazione promossa stamane dalle associazioni sindacali a difesa della sanità pubblica. Non si può assistere in silenzio al depauperamento dell’enorme valore collettivo rappresentato dall’universalità del diritto alla salute. La cultura dominante all’interno delle organizzazioni sanitarie non è più quella medica e scientifica ma aziendale ed imprenditoriale; stiamo assistendo ad un cambio di paradigma, di modello di riferimento in cui non è più il cittadino al centro della assistenza e tutela della salute ma la prestazione. In questo quadro desolante, la Asl 1 L’Aquila – Avezzano – Sulmona sta vivendo delle difficoltà peculiari dovute alla colpevole inerzia della Direzione strategica dell’azienda, nel silenzio complice del presidente della Regione Marco Marsilio, dell’assessora alla salute Nicoletta Verì, del sindaco del capoluogo Pierluigi Biondi, presidente del comitato ristretto dei sindaci della provincia. Da anni denunciamo la carenza di personale e i mancati investimenti in tecnologia, l’insopportabile lunghezza delle liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni specialistiche, ospedaliere e dei poliambulatori distrettuali, il continuo ricorso a contratti precari per il reclutamento di professionisti, che, appena possibile, fuggono via dalla nostra azienda sanitaria, l’esternalizzazione dei servizi, sempre più accentuata, la marginalizzazione dei consultori familiari. A questo si aggiunge l’incredibile vicenda dei nuclei di cure primarie, eccellente modello di sanità territoriale che, per scelte miopi e ragionieristiche, rischiano di chiudere nell’indifferenza della politica. Per non parlare delle criticità nel modello di accesso alla facoltà di medicina dell’Università dell’Aquila che potrebbe minare, alla radice, l’idea stessa di città della conoscenza su cui pure si era investito nel post terremoto, penalizzando l’Ateneo e, di conseguenza, l’ospedale San Salvatore a vantaggio di altri territori. L’attacco hacker che nelle settimane scorse ha messo in ginocchio l’intero sistema sanitario provinciale, con conseguenze gravissime sui pazienti più fragili che si sono visti negare il pieno diritto alla salute, tra cartelle cliniche da ricostruire, visite rimandate, analisi da ripetere, per non dire della gravissima violazione dei dati sensibili delle cittadine e dei cittadini, ha rappresentato plasticamente il disastro gestionale di cui è responsabile l’attuale governance. D’altra parte, il bilancio della Asl 1, come dimostrato nei giorni scorsi, presenta un disavanzo di 66 milioni di euro, con le perdite che, in un solo anno, dal 2021 al 2022, sono aumentate di 36,5 milioni. Servono risposte, e servono ora: serve un aumento della spesa per il personale e per gli investimenti in tecnologia, una vera integrazione tra ospedale e territorio, per un servizio sanitario universale, inclusivo, uguale e diffuso per tutte e tutti nell’intera provincia dell’Aquila, dalle città ai borghi delle aree interne. Questo è stato ribadito stamane. Il manager della Asl Ferdinando Romano e il direttore sanitario Alfonso Mascitelli, però, hanno preferito non farsi trovare, facendo chiudere i cancelli d’ingresso presidiati da forze di polizia; tuttavia, ad una delegazione composta dalle sigle sindacali e dalle forze politiche presenti, tra cui il Pd, è stato consentito di entrare e di raggiungere le stanze della direzione strategica. Stante l’assenza dei vertici della Asl, è stato chiesto ed ottenuto un incontro, già fissato per martedì prossimo. Continueremo a stare al fianco dei sindacati, delle cittadine e dei cittadini che soffrono ogni giorno di disservizi gravi, di medici, operatrici e operatori che con il loro sacrificio e il loro senso di responsabilità fanno fronte in ogni modo agli effetti di una mala gestione non più sopportabile. Sconcertante l’assenza del sindaco dell’Aquila che, anche stamane, ha preferito tenersi lontano dalle legittime richieste di un territorio: evidentemente Biondi non ha intenzione di farlo e, dunque, saremo in tante e tanti ad assumercene la responsabilità”.