L’AQUILA – Roberto Tinari (Gruppo Dca Rialzati L’Aquila ) “Fin dal giorno successivo al terremoto, come opposizione abbiamo più volte chiesto al centro sinistra al governo (o meglio, allo ‘sgoverno’) della citta’ di predisporre un programma da condividere a 360 gradi, in modo tale da avere il nostro apporto, con l’obiettivo comune di fare gli esclusivi interessi dell’Aquila. Avevamo indicato anche dei nomi eccellenti della citta’ tra cui ex sindaci di destra e di sinistra. Ma a questa proposta la maggioranza ha sbattuto le porte in faccia. E’ puerile, ora, scaricare su altri responsabilita’ che sono esclusivamente del Pd e dei suoi alleati. Non e’ certo a causa nostra se il Sindaco ha voluto gestire tutto e tutti con l’atteggiamento dell’ “uomo solo al comando”, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Mimmo Srour ( Udeur-Popolari per il Sud)
“Le dimissioni di UN SINDACO, lo scioglimento di UN CONSIGLIO COMUNALE, e il COMMISSARIAMENTO di una città, non è mai una cosa positiva, figuriamoci se questa si chiama L’Aquila, città terremotata e fisicamente distrutta”. Con queste parole Mimmo Srour, leader abruzzese del partito Udeur – Popolari per il Sud, interviene in merito alle dimissioni del Sindaco Massimo Cialente precisando che: ” l’ammissione della sconfitta da parte del sindaco e della sua amministrazione induce tutti ad una attenta riflessione, poiché le dimissioni del primo cittadino non sono frutto dei problemi di oggi, e non solo riconducibili al terremoto del 6 aprile, ma sono la conseguenza di scelte politiche fatte ad inizio mandato dal sindaco stesso. Infatti basta guardare l’attuale situazione del consiglio comunale, rispetto alle elezioni del 2007 e dei gruppi presenti oggi nell’assise, per capire come è stata distrutta la politica comunale e come, la logica del sindaco di parcellizzare i gruppi politici, con l’intento di avere maggior controllo, abbia creato l’attuale ingovernabilità. Oggi però c’è da chiedersi se le dimissioni sono la soluzione ai problemi della città. Io sono fermamente convinto, ma posso anche sbagliare, che il sindaco non andrà fino in fondo ma è solo una manovra per ‘tirare a campare qualche altro mese’, questo perché se avesse preso realmente coscienza che questa classe dirigente non è adeguata ai problemi che L’Aquila deve affrontare, si sarebbe dimesso da tempo. In questo momento – conclude Srour – la cosa più urgente è quella di ritornare all’elettorato perché questa città non può permettersi il lusso di perdere altro prezioso tempo”.

Stefania Pezzopane (Pd) – Comprendo le motivazioni che hanno spinto il Sindaco a rassegnare le dimissioni, formalizzate questa mattina. A lui va tutta la mia stima e la mia solidarietà. Massimo, sappia, tuttavia, che tutta la giunta è comunque a lavoro e che non intendiamo lasciare soli né lui, né la nostra città. D’altronde già da ieri 20 consiglieri di maggioranza, con un documento forte e condiviso, hanno voluto testimoniare al Sindaco il loro sostegno. Ci sono 20 giorni di tempo prima che le dimissioni diventino efficaci. Credo che in questo lasso di tempo, la politica, soprattutto a livello nazionale, debba fare la sua parte. I partiti nazionali sono chiamati ad un impegno straordinario, ponendo un’attenzione particolare sulla nostra città. L’Aquila è stata ed è un caso nazionale e come tale va considerato. Sono diverse le cause che hanno influito sulle decisioni del Sindaco. Quella prioritaria è legata al bilancio. Per poter chiudere il bilancio dell’Ente entro il 31 marzo, il Governo si era impegnato a trasferire 32 milioni di euro, per sopperire ai mancati introiti delle tasse.
Nei giorni precedenti il Sindaco aveva lanciato più volte l’allarme, sollecitando il Governo a mantenere gli impegni presi, senza ricevere alcuna risposta. Non si può amministrare un Comune terremotato, in dodicesimi. Ogni attività sarebbe paralizzata. Sembra quasi che, a livello centrale, ci sia la netta volontà politica di far arrivare un altro Commissario a L’Aquila. Un’ipotesi, questa, agognata dai soliti sciacalli che cominciano a volteggiare sul Comune, subordinando gli interessi collettivi alle logiche partigiane. D’altronde esponenti nazionali del centrodestra, nelle corse settimane, hanno espresso chiaramente la volontà di tornare alle urne per “riprendersi” la città e caldeggiano l’ipotesi di un commissariamento. Adesso più che mai L’Aquila ha bisogno di un’Amministrazione legittimamente eletta dai cittadini. Un anno di commissariamento sarebbe un ulteriore dramma, che non farebbe bene agli aquilani.

Davide Zoggia (PD) – chiede al sindaco dell’Aquila Massimo Cialente di non dimettersi. “Comprendiamo – dice l’esponente del Pd – che le difficoltà contro le quali il sindaco Cialente si è trovato a battersi sono tali che la tentazione di gettare la spugna possa prevalere. Per la complessità e le oggettive difficoltà economiche, la ricostruzione della città de L’Aquila è in sé una sfida enorme. Se poi a essa si aggiungono le discutibili scelte fiscali del governo e un supporto non sempre granitico da parte delle forze politiche e sociali che dovrebbero sostenere il sindaco, il suo diventa un compito ai limiti dell’impossibile. E’ comprensibile che in lui si sia fatta strada la decisione di arrendersi. Non di meno, lo invitiamo a riconsiderare la sua decisione. Perché la città deve rinascere e il contributo di Cialente è fondamentale ciò questo possa accadere. Ci auguriamo per questo che il Cialente possa tornare sui suoi passi. Da parte nostra, gli garantiremo l’ aiuto di sempre nell’affrontare gli ostacoli oggettivi e di lavorare per rimuovere quelli politici che hanno fin qui complicato il compito”.

Lelio De Santis (IDV) – Ho ritenuto di convocare, d’accordo con i Segretari degli altri Partiti, già da alcuni giorni un incontro della Coalizione di centrosinistra per valutare le criticità e le problematiche presenti nel quadro politico comunale, al fine di contribuire al necessario rilancio dell’azione amministrativa in quest’ultimo anno di consiliatura. Le dimissioni del Sindaco, Cialente, rendono ancora di più attuale ed urgente l’incontro per rimettere al centro dell’attenzione delle Forze politiche l’interesse dei cittadini e le soluzioni migliori sul piano amministrativo per evitare alla città di affogare ulteriormente nella palude dei problemi irrisolti. Le responsabilità del governo nazionale, che strozza il Bilancio comunale, e la gestione commissariale della ricostruzione, che crea burocrazia e ritardi, non può giustificare personalismi e polemiche improduttive nell’azione amministrativa, la quale ha bisogno di progetti condivisi, di politica alta ed anche del sostegno dei Partiti, che hanno contribuito nel 2007 al successo di Cialente e della Coalizione di centrosinistra. Le dimissioni del Sindaco possono rappresentare l’occasione giusta per una riflessione collegiale che finora nessuno ha voluto svolgere con umiltà e con responsabilità e che, al contrario, è indispensabile per l’oggi e, soprattutto, per il domani. E’ il momento che la politica seria faccia un passo in avanti, spingendo indietro tutti personalismi peggiori che non aiutano la rinascita della città.

Luigi Faccia (Lista Civica L’Aquila Città Unita) – Caro Sindaco, non posso che comprendere quanto deciso dopo l’ultimo sgarro perpetrato nei tuoi confronti nel Consiglio Comunale di ieri. Purtroppo è già da molti mesi che sei continuo bersaglio e colpevole di qualsiasi cosa si muova o succeda a L’Aquila e dintorni. Sei stato bistrattato e tirato per la maglia da una parte e dall’altra da Politici senza scrupoli, da benpensanti e saccenti della città, da chiunque avesse la critica pronta e facile, ma di soluzioni neanche a parlarne. E’ vero, hai commesso molti errori, come tutti noi. Ma chi non avrebbe commesso errori in una situazione così drammatica per la nostra città ed in un momento così difficile per il nostro paese. Probabilmente sei stato troppo gentile ed educato con chi ti stava intorno essendo poco autorevole ed autoritario, ma sappiamo bene che l’autorevolezza del ruolo viene, oltre che dal carattere, anche dalla maggioranza politica che ti sostiene. Probabilmente sei stato poco risoluto nel cambiare marcia alla macchina comunale, non mettendo da parte alcuni individui a cui la legge Bassanini ha dato infiniti poteri e che sono stati il vero ostacolo dell’Amministrazione. Sicuramente, caro Sindaco, non siamo stati capaci di fare squadra intorno alle istituzioni, rispettandole e difendendole contro tutto e tutti. Nella situazione in cui siamo piombati dopo il terremoto, dovevamo avere la capacità di stringerci tutti attorno al Governatore Chiodi, al Presidente della Provincia Del Corvo ed a te Sindaco della città ferita ma, purtroppo, per opportunità politiche, egoismi personali e puro protagonismo non ci siamo riusciti. Riconosco che la mia collocazione in una lista civica facilita molto questi ragionamenti, a differenza di chi appartiene a partiti politici, permettendomi di pensare ed attuare quanto sopra descritto senza avere ordini di scuderia da rispettare. Detto ciò, Sindaco, vorrei invitarti a riflettere sulla situazione attuale ed a quello che potrebbe succedere alla nostra città lasciandola senza guida, esponendola, probabilmente, ad un lunghissimo commissariamento che ne decreterebbe la sicura morte. Per quanto mi riguarda, se dovessi ripensarci, cosa che onestamente auspico, sarò in Consiglio Comunale ad aspettarti per continuare a svolgere onestamente il mandato affidatomi dagli elettori, lavorando per la mia città ed essere sempre presente in aula come ho fatto finora.

Piero Peretti (UGL) – In un momento difficilissimo per la nostra città, che imporrebbe il massimo di ogni sforzo da parte di ognuno di noi per cercare di rinascere o quantomeno di sopravvivere, assistiamo alla sceneggiata scaturita dalle “dimissioni al buio” del Sindaco Massimo Cialente. Tutti quanti, compresi coloro che hanno palesemente provocato le dimissioni, si affrettano affannosamente a manifestare attestati di stima e fedeltà eterna mentre il dimissionario Sindaco fa la parte della vittima preziosa e, prima di rientrare nei ranghi, vuole essere ufficialmente consacrato unico salvatore della Patria. Appare evidente a tutti che la crisi del Comune dell’Aquila è frutto di un conflitto esploso all’interno delle forze di maggioranza e che essa rientrerà solo quando si saranno ritrovati i giusti equilibri. Di questo ennesimo teatrino della politica, sono spettatori inermi i cittadini. Sono spettatori inermi i disoccupati, i cassaintegrati, quelli che rischiano di perdere il posto di lavoro, i pensionati che si ritrovano sotto le pensiline, gli studenti scacciati per una sigaretta e tutti coloro che sono restati in città per puro spirito di appartenenza ma che, legittimamente, dalla politica aspettano segnali concreti. Ecco perché riteniamo che le dimissioni di Massimo Cialente siano state un atto di estrema irresponsabilità. Chiediamo quindi a Massimo Cialente ed a tutti gli altri attori di questa incredibile farsa di smetterla immediatamente e di mettersi al servizio della città. Cialente, non aspettare lo scoccare della mezzanotte del ventesimo giorno, ritira immediatamente le dimissioni e dacci una mano a risolvere i mille problemi che attanagliano L’Aquila.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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