L’AQUILA – Ha fatto sosta ieri all’Aquila la “Carovana antimafie” promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico. Giunta alla sedicesima edizione, la “Carovana” è impegnata in un percorso itinerante per ricordare il significato di valori come “democrazia”, “partecipazione” e “lotta alle mafie”.
L’edizione 2011 era stata presentata a febbraio a Roma dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, Luigi Ciotti (Libera), Paolo Beni (Arci) Gabriele Santoni (Avviso Pubblico) e dal coordinatore della Carovana, Alessandro Cobianchi.
«Ci spostiamo in gruppo come le carovane del deserto. Abbiamo un bagaglio che è la corresponsabilità, la cura della memoria, la lotta per la dignità della persona e per il lavoro». A parlare è don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. «Dobbiamo avere la forza di rompere il silenzio, il coraggio di una denuncia serie e documentata e la forza della proposta».
La Carovana Antimafie nacque nel 1994 da un’idea dell’Arci Sicilia, a un anno e mezzo dalle stragi di Capaci e via D’Amelio del 1992. La prima carovana, che percorse in dieci giorni il tragitto Capaci-Licata, si proponeva di portare solidarietà a coloro che in prima fila operavano per la legalità democratica e la giustizia e di sensibilizzare le persone per tenere alta l’attenzione sul fenomeno mafioso.
Dal 1996 la “Carovana” è co-promossa, insieme all’Arci, anche da Libera e Avviso Pubblico ed è diventata un fenomeno nazionale e internazionale.
L’edizione di quest’anno è partita il primo marzo da Roma e si concluderà il 4 giugno a Corleone. Novantasei giorni lungo 20 regioni italiane, con puntate in Corsica, Francia, Svizzera, Albania, Bosnia, Bulgaria e Serbia. Oltre 17mila chilometri per 123 tappe.
“La Carovana cerca di diffondere la cultura dell’impegno e della solidarietà che è invece diffusa nella criminalità” – ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso – “Dobbiamo diffondere la globalizzazione della legalità. La mafia non guarda solo al profitto ma cerca di ottenere il consenso della gente. Quando riusciremo a renderlo solo un fenomeno criminale allora, forse, potremmo pensare di sconfiggerla”. Tra i padrini e i sostenitori della Carovana ci sono anche Cgil, Cisl, Uil, Arciragazzi e Banca Etica