L’AQUILA – Il vice presidente del consiglio regionale e leader dell’Mpa Giorgio De Matteis prende in prestito, parafrasandolo, il titolo di una celebre canzone di Fiorella Mannoia e parla, in una conferenza stampa, di “quello che Cialente non dice”.
“La vicenda delle dimissioni annunciate e poi ritirate è stata solo l’ennesima foglia di fico con cui Cialente ha gettato fumo negli occhi della gente, distogliendo l’attenzione dai problemi veri ” ha detto De Matteis. “Era ovvio che il governo non poteva mandare in bancarotta il Comune, quindi l’argomento della mancanza dei fondi per il bilancio era pretestuoso” ha continuato De Matteis, secondo il quale Cialente si sarebbe dato da solo la zappa sui piedi: “Non solo Cialente non ha ottenuto nulla, ma ora il Comune dovrà presentare preventivamente alla Ragioneria di Stato una relazione esaustiva”.
Gli errori commessi dal sindaco, secondo De Matteis, sarebbero molti di più. “Per mesi abbiamo sentito Cialente parlare dell’inadeguatezza dell’attuale Governance e criticare la gestione commissariale. Poi però si viene a sapere che, con un’ordinanza firmata a novembre 2010, lo stesso Cialente ha affidato all’architetto Daniele Iacovone ‘l’attività di pianificazione e ripianificazione urbanistica e paesaggistica del territorio aquilano dopo il sisma’. In altri termini Cialente, con quel provvedimento, ha commissariato 4 assessorati della giunta, concentrando le loro funzioni nelle mani di un’unica persona, il cui compito, di fatto, è quello di fare i famosi piani di ricostruzione verso i quali il sindaco si è sempre detto contrario. A questo punto chiediamo di sapere cosa sta facendo il dott. Iacovone, che è certamente una persona seria e un ottimo professionista ma sul cui operato non sappiamo nulla. Con chi sta parlando? Con chi si sta confrontando? Io stesso chiederò che Iacovone venga ascoltato dalla commissione regionale per la ricostruzione”.
De Matteis ha poi concluso ricordando che il Comune non ha ancora deciso cosa fare e quali provvedimenti adottare in merito a due questioni centrali per i futuri assetti urbanistici della città: gli oltre 4 mila manufatti temporanei (le casette di legno) costruiti dopo il terremoto (che, sulla carta, dovrebbero essere rimossi dopo 3 anni) e i 4 milioni di mq delle aree a vincolo decaduto, le cosiddette “aree bianche”, sul cui utilizzo non ci sono ancora atti di indirizzo.