L’AQUILA – Continua l’inchiesta di Aquila Tv sulla scuola materna di Barete, inaugurata lo scorso 28 Febbraio. Si tratta di una scuola in legno a un solo piano, della grandezza di circa 300 mq, costruita con i soldi provenienti da una donazione di 869 mila euro effettuata dal Senato della Repubblica, su disposizione della Protezione civile. Dopo l’interrogazione parlamentare fatta martedì 19 Aprile da Luigi Lusi (interrogazione indirizzata alla presidenza del Senato, in cui sostanzialmente si chiedevano delucidazioni sulle modalità in cui quegli 869 mila euro sono stati spesi), la redazione di Aquila Tv è riuscita ad ottenere il permesso di accedere a una parte degli atti relativi alla costruzione dell’edificio.
SOLO POCHI ATTI VISIONATI
Diciamo “una parte” perché, presso gli uffici del Provveditorato alle Opere Pubbliche situati all’interno della caserma della Guardia di Finanza, abbiamo potuto visionare ed estrarre copia solo di un numero molto limitato di documenti, fra i quali il bando e il verbale di gara e il contratto stipulato con l’impresa appaltatrice.
Altri atti (fra i quali il progetto allegato al contratto e il computo metrico) ci sono stati solo mostrati, senza che potessimo averne una copia (per esigenze, come ci è stato spiegato dal personale del Provveditorato, legate alla “tutela della proprietà intellettuale”).
Altri documenti ancora, relativi al procedimento di affidamento dei lavori, non ci sono stati nemmeno mostrati, poiché su di esso è in atto un contenzioso (dovuto al fatto che la ditta teramana che in origine aveva vinto la gara d’appalto era stata poi esclusa perché sprovvista del “bollino antimafia”; decisione contro la quale l’impresa stessa ha poi deciso di fare ricorso).
Ora, pur essendo stata, la nostra richiesta di accesso agli atti, formalmente accettata ed evasa (sebbene fuori tempo massimo rispetto ai 30 giorni previsti per legge) e pur avendo riscontrato, in tutto il personale del Provveditorato, un atteggiamento cortese e collaborativo, non possiamo però ritenerci soddisfatti, per i seguenti motivi.
IL RICHIAMO ALLA LEGGE SU TUTELA PROPRIETA’ INTELLETTUALE
Anzitutto perché non abbiamo potuto estrarre copia di tutta la documentazione che avevamo richiesto. Il Provveditorato ha motivato il proprio diniego citando, a nostro avviso impropriamente, la legge sulla tutela della proprietà intellettuale. La legge sul diritto d’autore, infatti, non impedisce di poter avere una copia di una qualsiasi opera frutto dell’ingegno altrui o dell’altrui attività intellettuale e creativa. Detta legge tutela infatti i diritti morali e patrimoniali degli autori e vieta semmai di diffondere un’opera altrui spacciandola per propria o di divulgarla senza permesso per ricavarne un compenso. Sostenere il contrario sarebbe come affermare che in una biblioteca, per via della legge sul diritto d’autore, i libri si possono solo consultare ma non fotocopiare, nemmeno in piccolissima parte.
RISPOSTA SCRITTA DEL PROVVEDITORATO A RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI
In secondo luogo non possiamo ritenerci soddisfatti anche per via di alcune affermazioni contenute nella risposta che il Provveditorato ci ha fornito per iscritto in merito alla legittimità della nostra richiesta. Si legge infatti nella lettera:
“E’ appena il caso di precisare che Codesta Testata (Aquila Tv, n. d. r. ) non sembra essere titolare di una posizione soggettiva di concreto interesse ai sensi della legge 241/1990 e che l’art. 24 comme 36 della stessa legge non ammette istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni. Pur tuttavia, nello spirito di trasparenza che sempre ha caratterizzato l’attività dell’Ufficio, si ribadisce la volontà dell’Amministrazione di ammettere la richiesta di accesso”.
Leggendo questo passaggio sembra che il Provveditorato abbia acconsentito ad accogliere la nostra domanda per puro spirito di benevolenza. L’acceso agli atti – giova ricordarlo – è un processo attivato dalla legge 241 del 1990 per permettere a tutti i cittadini di conoscere il responsabile di ogni procedimento amministrativo e di poter prendere visione e consultare gli atti ufficiali delle singole amministrazioni. Insomma, si tratta di un diritto garantito da una legge dello Stato, non di una concessione che la PA fa di volta in volta in modo discrezionale ed arbitrario.
E’ vero che la legge stessa pone dei vincoli e dei limiti a tale diritto ma, come ci ha spiegato anche un avvocato, le motivazioni addotte dal Provveditorato non sembrano essere legittime, almeno in merito al caso specifico.
I PASSAGGI SU CUI VA FATTA CHIAREZZA
La nostra inchiesta, pertanto, va avanti. Crediamo infatti che questa vicenda, così come si è svolta, presenti una serie di passaggi sui quali andrebbe fatta maggior chiarezza. E se persino un autorevole membro del Senato (l’on. Lusi siede anche in commissione bilancio) ha ritenuto opportuno presentare, sui fatti che noi abbiamo riportato, un’interrogazione parlamentare, vuol dire che i nostri dubbi sono più che legittimi.
Gli interrogativi che continuiamo a porci sono i seguenti: perché, per costruire la nuova scuola materna di Barete, è stato abbattuto il vecchio edificio scolastico, che però, come mostrano chiaramente le foto che Aquila Tv ha pubblicato, non aveva nemmeno una crepa? E come mai si è deciso di costruire un edificio così costoso in un Comune di appena 700 abitanti, al quale peraltro già era stato donato un M.u.s.p. che era in grado di ospitare in modo ottimale gli appena 30 bambini iscritti alla scuola materna? E perché, infine, sia il Provveditorato che il Comune di Barete hanno mostrato tutta questa reticenza nel rispondere alle nostre domande?
SULLA VICENDA SI E’ ESPRESSO ANCHE FRANCO MARINI
Ricordiamo che in questa storia sono in ballo soldi provenienti da donazioni private. Donazioni sulle quali, non a caso, il Governo e il Commissario alla ricostruzione avevano pensato bene di lanciare un'”operazione trasparenza” istituendo una commissione di vigilanza, composta da alcuni saggi, fra cui l’on. Franco Marini (gli altri membri erano Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte Costituzionale; Paolo Germani, ispettore generale capo dell’ispettorato Generale di Finanza; Natalino Irti, abruzzese e membro dell’Accademia dei Lincei, Fernanda Contri, ex vice Presidente della Corte Costituzionale). Benché il comitato sia stato sciolto da una recente ordinanza, l’on. Marini, da noi interpellato, ci ha spiegato che lui e i suoi colleghi avevano solo il dovere di verificare che i soldi donati andassero a finanziare progetti conformi alle finalità stabilite dalle ordinanze ed aventi quindi delle evidenti utilità sociali per le popolazioni colpite dal terremoto.
“La loro attività di vigilanza – ha detto Marini – non si estendeva fino al controllo delle modalità in cui quei soldi sono stati effettivamente impiegati”. Ciò vuol dire che, a tutt’oggi, né il Provveditorato né la Protezione civile hanno rendicontato al Senato le spese relative alla realizzazione della scuola materna di Barete.
NELL’ARTICOLO DEL 19/4 ALLEGATO IN BASSO TROVERETE:
- AUDIO INTERROGAZIONE DELL’ON. LUSI IN SENATO
- FOTO DELLA VECCHIA SCUOLA DOPO IL SISMA
- NOSTRA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI
- VIDEO