L’AQUILA – “Siamo stufi di sentir dire che i locali di Viale della Croce Rossa sono diventati solo un ritrovo di ubriaconi, violenti facinorosi e spacciatori. La misura è colma”. La signora Giorgia Evangelista, proprietaria di due esercizi commerciali situati proprio nell’arteria cittadina dove, dopo il terremoto, si sono ricollocati decine di pub, bar e ristoranti, si lascia andare a un lungo sfogo, dopo aver letto le dichiarazioni del questore Cecere, “le ultime”, dice, “di una lunga serie”. “Non possiamo tollerare che Viale della Croce Rossa venga dipinto come una zona in cui manca l’ordine pubblico.
Questa cattiva pubblicità ci sta causando molti danni, non solo a livello d’immagine ma anche a livello economico. Noi commercianti abbiamo fatto degli investimenti per riaprire le nostre attività”. La signora Evangelista lamenta anche una disparità di trattamento rispetto agli esercenti che invece hanno riaperto i loro locali in centro: “Perché la polizia non va a vedere quello che succede nel fine settimana a piazza Regina Margherita? Perché i controlli vengono fatti solo su di noi? E a chi continua a parlare del nostro viale come di una squallida baraccopoli rispondiamo che in tutta L’Aquila sono sorte casette e capanne di legno, in molte delle quali sono stati aperti uffici, studi professionali e persino redazioni giornalistiche. Se continueranno a calunniarci e a diffamarci in questo modo” conclude la commerciante “ci riserveremo di intraprendere anche azioni legali”